Milinkovic-Savic, giocatore totale che farebbe comodo a tanti
Fughiamo il campo dai dubbi: non c’è nessun caso di mercato intorno a Sergej Milinkovic-Savic. Anzi, il centrocampista serbo, con la Lazio e con Lotito, ha un rapporto cristallino. Anche per merito, una volta tanto, di un procuratore, Mateja Kezman, tra i più corretti e seri in circolazione. Il Sergente, con i biancocelesti, ha un contratto fino al 2024, a cifre importanti, e non c’è alcun motivo per cui dovrebbe lasciare una squadra di cui è il centro di gravità, tecnico ed emotivo. In campo e fuori, amatissimo da una tifoseria che, in questi cinque anni e mezzo, l’ha visto, letteralmente, sbocciare.
Arrivato a Roma nel 2015, strappato da Tare alla Fiorentina, che l’aveva portato in tour per il Franchi, sciarpa viola al collo, Milinkovic-Savic è cresciuto stagione dopo stagione. La prima è stata poco più che un rodaggio. Le qualità erano già tutte lì, ma ancora da affinare, rinchiuse in un fisico imponente e da una collocazione tattica non del tutto chiara. Poi, Simone Inzaghi, che qualcosa a volte sbaglia, ma che sui “suoi” ragazzi ha spesso saputo vedere lungo, punta sul 3-5-2. E il serbo trova la sua dimensione: alla destra di Biglia, con Marco Parolo a chiudere la linea dei tre. Arrivano gol, assist e giocate da campione.
Nell’estate del 2017, su Milinkovic-Savic si posano gli occhi delle più grandi squadre d’Europa, o almeno così raccontano i quotidiani. La stagione successiva, per il centrocampista, sarà ancora migliore: mette a segno 12 reti e 5 assist, e al termine dell’annata, sembra davvero che la sua prossima tappa sia lontano da Roma. Lo vuole la Juventus, Lotito spara altissimo, ci vogliono almeno 100 milioni di euro per portarlo via da Roma. Richieste volutamente esose, un modo per raffreddare qualsiasi ambizione, tanto più che il Sergente non forza la mano, a Roma sta bene. Il campionato successivo è tutt’altro che esaltante per la Lazio, e per Milinkovic-Savic. Che, però, nell’ultimo anno e mezzo, ha dimostrato di aver raggiunto un livello eccezionale.
Sa fare tutto, interdire, far ripartire l’azione, far segnare i compagni e segnare. Con una continuità che appartiene a pochi. Oggi, forse, il paragone con Pogba, appare persino ingeneroso. Perché Sergej Milinkovic-Savic, alla fisicità e alla tecnica, che gli permettono giocate sopraffine e uno strapotere fisico in ogni zona del campo, abbina spirito di sacrificio e testa. Sbaglia raramente, e anche quando non illumina la partita con giocate mirabolanti, il suo contributo si rivela statisticamente fondamentale. Nei duelli aerei, nelle palle recuperate, nei passaggi riusciti, il centrocampo biancoceleste si regge su di lui.
A guardare le rose delle big della nostra Serie A, e non solo, viene da pensare che sì, il Sergente sarebbe titolare ovunque. Ed è esattamente questo che rende grande un giocatore: la possibilità di mettere in panchina la stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Inter, Milan e Juventus, oggi come oggi, non hanno un centrocampista così, ma forse neanche Barcellona e Real Madrid, al di là di analisi tattiche e di mercato. Sergej Milinkovic-Savic, oggi, è tra i centrocampisti più forti del mondo, e per la Lazio è un piacere poterselo godere domenica dopo domenica.