Da quando è arrivato a Milanello, Fikayo Tomori sta stupendo tutti a suon di ottime prestazioni tanto che da convincere i rossoneri a provare a trattenerlo a Milano esercitando il diritto di riscatto fissato a 28 milioni con il Chelsea. O almeno questo è quello che i tifosi si augurano anche vista l’età giovane (23 anni) e il carisma messo in campo. Il difensore si è infatti raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport parlando dell’accoglienza ricevuta in Italia e del suo impatto con la serie A.
“Mi piace la serie A e mi piace l’Italia. Il campionato inglese è bellissimo, si gioca anche molto d’istinto, qui è un po’ diverso. Ma c’è qualità. Penso ovviamente al Milan, ma anche a squadre come Roma, Juve, Inter, Atalanta, Lazio. La strada da percorrere per tornare al top non è molta. Se puntiamo allo scudetto? La distanza dall’Inter è grande, però non vedo perché non dovremmo crederci fino alla fine. Tornare in Champions è un traguardo eccellente, ma da giocatori bisogna continuare a pensare al bersaglio grosso. Un po’ mi sono sorpreso di essere entrato subito nel cuore dei tifosi (che hanno avviato pure una raccolta fondi per tenerlo a Milano) – racconta Tomori – ma non tantissimo visto il carattere delle persone qui. È stato facile ambientarmi, erano tutti così amichevoli. Mi hanno parlato subito tutti in inglese, mi sono sentito a mio agio.
“Sono entrato nella Academy del Chelsea che ero un bambino, quindi è inevitabile dire che il mio idolo sia John Terry. E poi Sergio Ramos, Van Dijk e Cannavaro. L’Italia e la serie A sono come un’università, sto crescendo e imparo tutto quello che si può. Sì, tra poco mi laureo veramente (in Business management, ndr). Ho pensato di utilizzare al meglio il lockdown per accelerare il mio corso di studi”.
“Se i giovani inglesi debbano venire in Italia? Al cento per cento. Gli inglesi sono felici in Inghilterra, è un Paese molto bello per giocare a calcio, ma l’Italia è un’opportunità unica. Soprattutto al Milan, un grande club dove ti senti subito a casa. Quindi, direi loro: ragazzi, vale la pena di cogliere l’occasione”.