Milan, senti Evani: “In Champions sei una mina vagante”
Alberico Evani, ex centrocampista del Milan, ha parlato alla Gazzetta dello Sport delle prospettive europee dei rossoneri dopo l’approdo ai quarti di finale di Champions League.
Milan, l’intervista di Evani alla Gazzetta dello Sport
SERATA SPECIALE – “Maldini ha detto di aver risentito i brividi di un tempo e lo capisco: sono passati tanti anni dalle ultime Champions vissute da protagonista”.
QUALIFICAZIONE MERITATA – “Si, assolutamente. Il Milan ha giocato una buona partita dall’inizio alla fine. Poteva fare di più in fase offensiva, ma ha rischiato pochissimo, è giusto che giochi i quarti”.
LA LONDRA DI PIOLI RICORDA UNA SERA DEL MILAN DI SACCHI – “Può essere l’equivalente di Belgrado, che per noi cambiò tutto. Non ci fosse stata la nebbia, con la Stella Rossa probabilmente avremmo perso. Dal giorno successivo invece siamo stati una squadra diversa, spettacolare”.
DOVE PUO’ ARRIVARE IL MILAN – “Sulla carta ci sono squadre più forti ma non sempre le qualità individuali vincono sul collettivo. Se il Milan continuerà con questo coraggio, potrà giocarsela con tutti, anche con chi ha qualcosa in più. Sono sicuro che tutte le squadre, anche quelle con materiale migliore, vorranno evitare il Milan”.
PERCHE’ – “Perché il Milan ha giocatori che possono mettere in difficoltà tutti. E, dopo un gennaio difficilissimo, ha ritrovato compattezza: il peggio è passato, ora sarà difficile batterlo”.
Evani esalta Pioli
PIOLI – “E’ stato bravo. Ho visto compattezza e spirito vincente già lo scorso anno, è lo stesso spirito con cui abbiamo vinto l’Europeo due estati fà”.
MILAN – “Impone il suo gioco, è propositivo e aggredisce. Ha temperamento e qualità individuale in qualche giocatore”.
TONALI – “Sandro è maturato tanto, sta diventando il leader del centrocampo. Comanda, ha personalità e visione di gioco, un centrocampista moderno. Può essere stanco perché da gennaio gioca sempre ma per il Milan resta fondamentale”.
TONALI IN NAZIONALE – “Con noi, tranquillissimo: non lo sento mai parlare. Probabilmente nel Milan è diverso, perché quello è un ambiente che vive di più, ma Sandro è uno dei ragazzi che piacciono a me: non parla, fa”.