Milan, RedBird risponde a Blue Skye: “Vogliono solo alzare il prezzo”

Milan, RedBird risponde a Blue Skye: “Vogliono solo alzare il prezzo”

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

RedBird Capital replica alla la mossa di Blue Skye – azionista di minoranza di Project Redblack, la società che controlla la holding a capo del Milan, ovvero la Rossoneri Sport Investment – che ha ottenuto l’ok parte di una Corte statunitense a ottenere documenti per la propria causa nei confronti di Elliott in Lussemburgo. Calcio&Finanza ha potuto visionare documenti ufficiali in cui RedBird afferma:

Blue Skye trarrà profitto da questa transazione e il suo finanziatore ha pubblicamente elogiato il prezzo di acquisto, che rappresenta un aumento significativo di valore da quando i fondi di investimento affiliati a Elliott hanno acquisito la squadra circa cinque anni fa e ne hanno fatto le fortune sul campo e a livello finanziario. Ma dopo aver prima tentato di diventare un co-investitore nell’operazione, e poi di interromperla per mesi dietro le quinte, Blue Skye ha ora intentato due azioni in Lussemburgo nei confronti di più di una dozzina di imputati, con le quali chiede l’annullamento dell’operazione”.

Cessione Milan, la replica di RedBird a Blue Skye

Nei documenti, inoltre, si apprende: “Blue Skye ha anche depositato questa domanda ai sensi della sezione 1782 del titolo 28 del codice degli Stati Uniti chiedendo il permesso di notificare una citazione all’acquirente RedBird, al quale cerca di imporre un obbligo immediato e permanente di produrre ogni singolo documento relativo alla transazione, poche settimane prima della chiusura prevista, presumibilmente “per l’utilizzo” nella causa in Lussemburgo. Che la vera intenzione di Blue Skye qui non sia quella di ottenere documenti che la aiutino a stabilire le sue pretese in Lussemburgo, ma di interrompere e aumentare i costi della transazione in modo che possa estrarre più valore di quello cui ha diritto in base alla sua quota, è evidente per una serie di ragioni”.

RedBird aggiunge: “E’ improbabile che RedBird sia in possesso di documenti rilevanti, e certamente non di quelli che non potrebbero essere ottenuti dalle parti presenti. È evidente che la vera motivazione di Blue Skye per l’utilizzo della sezione 1782 non è perché RedBird abbia documenti rilevanti per le sue cause che non possono essere ottenuti in Lussemburgo, ma perché la Sezione 1782 è il modo più conveniente per colpire ora. Questa Corte non dovrebbe accettare questo uso tattico della Sezione 1782. […] obblighi di raccolta, ricerca, revisione e registrazione richiederebbero settimane o mesi per essere rispettati con spese significative. Questo onere non è giustificato data l’ampiezza delle citazioni in giudizio, la rilevanza marginale dei documenti richiesti e il fatto che i documenti pertinenti possono essere ottenuti in Lussemburgo. Per questo motivo, se a Blue Skye è consentito ottenere documenti, RedBird dovrebbe essere sollevata dalle tasse e dai costi per conformarsi. Tale spostamento dei costi è qui giustificato, dato l’incredibile onere che RedBird deve affrontare nel tentativo di soddisfare le ampie richieste di Blue Skye, che secondo le stime di un fornitore di documenti rispettabile ed esperto costerebbero oltre 1,7 milioni di dollari”.