Milan senza Leao: il recupero di Ibra è fondamentale

Ibrahimovic Milan

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il Milan ha legittimato il primo posto in Serie A grazie alla vittoria ottenuta contro il Torino. Le brutte notizie, però, non mancano in casa rossonera. Rafael Leao ha rimediato una pesante (e forse ingiusta) ammonizione durante il match con i granata che gli impedirà di partecipare alla trasferta di Cagliari. L’attaccante portoghese era infatti diffidato e sconterà un turno di squalifica in occasione della diciottesima giornata di campionato. Considerando inoltre la positività al Coronavirus di Ante Rebic emersa lo scorso 5 gennaio, diventa ancor più vitale la disponibilità di Zlatan Ibrahimovic per la partita di lunedì prossimo in terra sarda. Tutto ruota intorno al suo recupero: Ibra ha riassaporato il campo, dopo circa un mese e mezzo, per pochi scampoli di gara contro i granata. L’infortunio muscolare sembra essere ormai alle spalle, ma servirà ancora un po’ di tempo per far sì che il bomber svedese recuperi pienamente la condizione atletica.

Maldini e Colombo non bastano: il Milan ha bisogno di Ibrahimovic

Al momento, le uniche punte utilizzabili dall’allenatore Stefano Pioli sono Daniel Maldini Lorenzo Colombo. Per quanto possano essere rilevanti le loro qualità tecniche, i giovani talenti di casa Milan fanno 27 anni in due. Risulterebbe gravoso addossargli il peso dell’attacco per novanta minuti di una sfida fondamentale in ottica Scudetto. Il Milan, infatti, vuole mantenere elevato il trend degli ultimi mesi e inanellare altri risultati positivi, avendo così la possibilità di restare in vetta alla classifica. Tornando a Ibrahimovic, è lui il piano A dello staff tecnico in vista del Cagliari. Nel corso della settimana che verrà, l’ex dei Los Angeles Galaxy proseguirà la preparazione insieme al gruppo con l’obiettivo di inossare nuovamente una maglia da titolare. Pensiero fisso di un leone rimasto in gabbia per tanto tempo e il cui slogan “IZ back” è stato finalmente rispolverato. La cura contro sfortuna, contagi e squalifiche porta un solo nome: c’è davvero bisogno di ribadirlo?