Milan, problemi profondi e la solitudine di Fonseca
Lo 0-0 di ieri sera a San Siro contro il Genoa ha confermato le difficoltà tecniche e caratteriali di un Milan troppo altalenante in questa stagione e che sembra non avere trovato la giusta connessione con Paulo Fonseca.
Doveva essere la partita della scossa e del “risveglio” dopo il forte sfogo effettuato da Fonseca al termine della partita contro la Stella Rossa in Champions League di mercoledì scorso. Match vinto, ma dove il tecnico portoghese ha duramente attaccato l’atteggiamento della squadra e prendendosela direttamente anche con alcuni leader dello spogliatoio rossonero.
Milan, Fonseca ha tante colpe, ma i giocatori non ne riconoscono l’aurorità. Zero gioco ma anche zero voglia. E la stagione rischia già di essere “chiusa”
L’occasione era importante e cadeva in concomitanza con il 125º anniversario della nascita del club rossonero, ma le cose non sono andate con il Milan che non è riuscito ad andare oltre uno scialbo pari a rete inviolate contro un buon Genoa in fase difensiva ma totalmente nullo in attacco. Un pari che non ha fatto altro che esacerbare già una situazione non tranquillisima e che ha prodotto i sonori fischi di un Meazza deluso e arrabbiato al triplice fischio.
Una partita che ha nuovamente scoperto il nervo di un Milan che finora in stagione non ha mai trovato nessun tipo di continuità di risultato, dipingendo una squadra anche qualititivamente molto forte e capace di grandi prestazioni singole (vedasi Derby o la vittoria al Bernabeu con il Real Madrdi in Champions), ma che non ha mai davvero preso ritmo e che nelle ultime settimane sembra anche più spenta del solito.
L’appello di Fonseca è rimasto inascoltato. Il tecnico non ha dato identità, ma i giocatori non hanno voglia di lottare
Un risultato brutto per quello che c’è dietro e arrivato dopo una brutta prestazione complessiva, con il Milan che ha prodotto pochissimo e può recriminare solo per la traversa colpita da zero metri da Morata e che fa male alla classifica, con i rossoneri ora ottavi a 23 punti (con una partita in meno) e ad ora distanti 14 punti dal primo posto.
La nota più amara emersa dalla partita di ieri sera, è che il monito di Fonseca al Milan sembra essere rimasto inascoltato e col tecnico portoghese che pare aver ottenuto l’effetto opposto dai suoi uomini, che sono scesi in campo poco combattivi, svogliati e nemmeno con la fiamma che poteva dare l’evento speciale (l’anniversario di fondazione della squadra) e un San Siro sold out.
Il Milan non ha un piano B rispetto alla sue armi principali
Un Milan senza carattere che ha dato un seguito molto negativo al secondo tempo della partita contro l’Atalanta, un match che poteva davvero svoltare la stagione ma che i rossoneri hanno sostanzialmente smesso di approcciare con grinta nella ripresa e venendo poi beffati nel finale.
C’è poi un problema tecnico e di gioco abbastanza evidente e da additare a Fonseca, che arrivati ormai al 2025 non ha ancora dato una vera identità di gioco alla squadra. Il Milan è una squadra potenzialmente molto forte e che ha uno stile offensivo chiaro ma che dipende molto dalle abilità individuali dei suoi interpreti. Una squadra temibile in campo aperto nelle progressioni centrali quando può operare ripartenze, correre in velocità con la tecnica dei suoi talenti o andare alla ricerca della giocata verticale e della profondità.
Ma che poco sa fare su come muovere i giocatori e muovere la palla in un sistema realmente collaudato, e che può andare in difficoltà nel caso in cui come ieri sera incontra una squadra arcigna come il Genoa, che non concede spazi o campo da prendere alle sgasate rossonere. E così nasce una prestazione anonima con un Milan senza idee e senza carattere, con giocatori forti che però sono poco interessati ai messaggi del proprio tecnico, costretto ad aggrapparsi ai giovani come Liberali o Jimenez in attesa di una risposta che non c’è stata.