Milan, Pioli svela il rientro di Maignan e il futuro di Leao

Milan, Pioli svela il rientro di Maignan e il futuro di Leao

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il tecnico del Milan, Stefano Pioli, si prepara in vista del ritorno in campo con i suoi uomini sui campi di Serie A. L’allenatore ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando della situazione di molti giocatori: dal rientro di Maignan al futuro di Leao e non solo. Ecco alcune delle sue parole.

Pioli, tra calciomercato e l’obiettivo Scudetto

Maignan rientro
(Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Sull’obiettivo Scudetto

“Ci crediamo. Sappiamo che il livello si è alzato e che le nostre concorrenti sono fortissime: se il Napoli manterrà questo passo incredibile fino alla fine supererà i 100 punti e dovremo solo far loro i complimenti. Ma anche il Milan ha qualità e determinazione per vincere tutte le partite, in tutte le competizioni. Siamo in corsa su quattro fronti, l’obiettivo è vincere un trofeo”.

Il Milan di oggi è più forte di quello che ha vinto lo Scudetto la scorsa stagione

“Siamo più forti perché sono cresciuti tanti singoli. Di conseguenza aumenta il livello collettivo. E poi siamo più consapevoli, sappiamo cosa abbiamo dovuto fare per riuscire a vincere. Abbiamo maggiori sicurezze anche di fronte alle difficoltà: oggi sappiamo come affrontarle”.

Sul mercato di gennaio

“So che ora cominceranno le domande sul tema ma i nostri acquisti saranno i giocatori che oggi sono infortunati e che recupereremo. Resto assolutamente convinto della qualità del nostro gruppo. E ripeto, al completo abbiamo le potenzialità per vincere ogni singola gara”.

Dal rientro di Maignan alla situazione di Leao e CDK: Pioli spiega tutto

Maignan rientro
(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Pioli frena sul rientro in campo di Maignan

“Ci vuole ancora un po’. Pronto per Salerno? Non credo”.

Su Ibrahimovic

“Dobbiamo ancora aspettare. Zlatan ha un’intelligenza superiore, tornando al Milan si è calato in una realtà che non aveva mai vissuto prima. Non era una squadra già pronta per vincere. Ibra non avrà mai la pancia piena, la vittoria è l’ossessione di tutti i grandissimi e lui lo è. È così che si sveglia al mattino: va dentro le situazioni a cento all’ora e non si ferma finché non ha centrato l’obiettivo. Speriamo di riaverlo presto con noi”.

Su Leao

“Nella maniera più assoluta gli consiglio di restare. Abbiamo fatto tantissimo insieme ma nessuno di noi ha ancora toccato il massimo del proprio potenziale. Rafa ha avuto uno sviluppo incredibile, una crescita esponenziale e continua ma ci sono aspetti in cui può lavorare con ancora più qualità e intensità. Farlo con noi, in un contesto che ormai conosce benissimo, potrà agevolarlo. E poi lo vedo veramente felice. Era qui in vacanza ed ha voluto farci un saluto: non era scontato, è un altro segnale di quanto questi ragazzi stiano bene insieme”.

Su De Ketelaere

“Quando alleni ragazzi così giovani l’importante è la base. Faccio un passo indietro: non c’erano dubbi sul fatto che Tonali o Leao avessero le potenzialità per diventare grandissimi giocatori. La cosa più difficile è prevedere quando scatterà quel qualcosa nella loro testa che li porta ad alzare il livello. Dubbi sulle qualità di Charles non ne ha nessuno ma si danno giudizi troppo affrettati. Restando al paragone con Tonali, Sandro è un ragazzo italiano, casa sua era a 50 chilometri da Milano e ha giocato una stagione senza pubblico, quindi con meno pressioni: lo stesso, ci ha messo un anno per compiere il salto e metabolizzare l’impatto. De Ketelaere è qui da quattro mesi, arriva da un campionato diverso, non ha mai vissuto simili attenzioni in vita sua. L’apparenza inganna: è semplice e forte, ma non immune dalle pressioni. Sì, possibile anche già dalle prossime partite, pensando ai tipi di avversari che incontreremo. Troveremo molte difese schierate a cinque, non dare riferimenti può essere la soluzione e lui ha queste qualità. In generale ha un gruppo intero a sua disposizione per fargli capire le situazioni e l’ambiente. Ora toccherà a me sapere quando spingere o quando preservarlo. Arriverà, ne sono sicuro: gli ha fatto bene l’esperienza al Mondiale anche se ha giocato poco come gli ha fatto bene stare in famiglia: è tornato molto più sereno. Avrà il suo spazio”.

Su Giroud

“Ho tifato per lui e Theo. Li ho sentiti la notte dopo la finale: ho detto che devono essere orgogliosi del percorso che hanno fatto. Olivier si è dimostrato il solito campione che è: in campo e nello spessore umano. E Theo ha fatto vedere quello che io e Paolo continuiamo a dirgli da un po’: che sta diventando il terzino sinistro più forte del mondo. Supereranno la delusione tornando al lavoro con noi con ancora più determinazione verso nuovi obiettivi”.