Milan, parla il padre di Leao: “TribunalI? Rafa risponde sul campo”
Il padre di Rafael, Antonio Leao, ha rilasciato una lunga intervista a Record, in cui ha parlato dell’ascesa di suo figlio ai massimi livelli e delle problematiche giudiziarie con lo Sporting Lisbona. Ecco le sue dichiarazioni, riportate da Milannews.
Milan, le dichiarazioni del padre di Leao a Record
Questa convocazione per il Mondiale in Qatar è la prova che tutto il percorso fatto da Rafael Leao è valso la pena?
“Sì, in un modo o nell’altro, non sono qui per parlare del passato turbolento che abbiamo avuto, ma sì. In un certo senso ne è valsa la pena. È cresciuto, ha imparato, ha sofferto e oggi è lì”.
Cosa è cambiato dal piccolo Rafael, tre o quattro anni fa, al grande Leao, che oggi sembra essere un punto fermo per la Nazionale?
“È cresciuto difendendo il talento che hai sempre avuto. Ha lottato per realizzare il suo sogno. Ha lavorato fino ad oggi ed è riuscito a realizzare il suo sogno. Semplice”.
Se non avesse lasciato il Portogallo, avrebbe raggiunto questo livello?
“No, non era necessario partire. Le cose accadono e basta. E nella sua vita sono accadute. Non era una preferenza andar via. È stato un periodo turbolento, ma sono successe delle cose. Dio mi ha guidato, era con me. Ho fatto male? Ho fatto quello che ho fatto. ‘Che padre ha? Povero ragazzo, si perderà. Ma oggi Rafael è dov’è e un giornalista non si è mai presentato dicendo: ‘Che padre fantastico che ha! Stava per perdersi, ha accanto un grande uomo!”. Perché ero sempre con mio figlio. Avevamo il problema che avevamo (che non voglio menzionare), ma io ero sempre al fianco di mio figlio”.
Ma non hai mai pensato che questa situazione vi colpisse in qualche modo? Hai mai pensato che una scossa più forte potesse arrivare e spingervi fuori strada?
“No, perché abbiamo ragione e lo stesso Rafael sa che abbiamo ragione. Quello che sta accadendo nei tribunali sono le persone che lo stanno inventando. Abbiamo ragione. Ecco perché Rafael sta lavorando normalmente, senza problemi. Lo psicologo di Rafael si chiama António Leão. Lo consiglio, gli parlo, lo aiuto a stare dov’è. E starà ancora meglio. Il problema dello Sporting non è Rafael che lo risolve. Chi risolverà il problema dello Sporting sono i tribunali, i giudici, ma questa è una questione su cui non voglio soffermarmi”.
Cosa deve fare Leao al Mondiale?
“Quello che deve fare Rafael in Qatar è quello che ha sempre fatto al Milan. E farlo meglio. Deve fare quello che ha sempre fatto fin da piccolo, lasciare il suo profumo in campo. Ha un profumo e lo lascia nel campo. Aiutare la Nazionale, vincere, lavorare sodo, come hai sempre fatto. Lavorerà sodo. Dico sempre a mio figlio: ‘Per due minuti, cinque, dieci, qualunque cosa ti dia il mister, fai del tuo meglio, perché un buon giocatore segna un gol in due minuti’. E ha già segnato. Pertanto, ho fiducia in mio figlio. Ho piena fiducia che giocherà in Qatar. Sempre che il mister te la dia. Nel tempo che gli sarà dato, si divertirà”.