Milan-Newcastle, passi avanti rispetto al Derby ma…

Milan Newcastle

(Photo by GABRIEL BOUYS, Onefootball.com)

Ieri sera a San Siro il Milan ha aperto la sua stagione europea affrontando il Newcastle. La sfida (valida per il Gruppo E di Champions League) è terminata 0-0, un risultato che sta abbastanza stretto ai rossoneri per le tante occasioni create ma non finalizzate dagli uomini di Pioli.

Milan Newcastle
(Photo by Emilio Andreoli, Onefootball.com)

Milan-Newcastle, l’aria della Champions ha fatto bene al Diavolo: ma serve una squadra più ragionata in attacco e meno confusa sul cosa fare

Il match contro i Magpies era tutt’altro che semplice, soprattutto perché arrivava a soli tre giorni dalla batosta nel Derby contro l’Inter in campionato. Ma a livello caratteriale e di spirito l’aria della Champions ha dato nuova linfa al Milan, che rispetto alla Stracittadina è apparsa una squadra certamente più convinta e presente a sè stessa, aggressiva e reattiva.

Nei fatti il Newcastle è venuto al Meazza a fare quasi presenza, lasciando per tutta la partita l’iniziativa ai rossoneri che non hanno mai subito la squadra inglese e che si è affacciata dalle parti dell’area Milan solo al 94′ con una botta di destro di Longstaff (disinnescata da Sportiello, entrato al posto dell’infortunato Maignan).

Il ritorno di Tomori ha permesso maggior sicurezza nell’aggressione alta già dalla difesa e di un recupero palla immediato, dove poi la squadra di Pioli trovava sfogo facile sia nelle certezze della fascia sinistra con l’appoggio verso Theo Hernandez (che ormai da tempo si può considerare una sorta di centrocampista aggiunto per i suoi tagli e progressioni in mezzo al campo) che in Krunic, quasi mai marcato dagli avanti del Newcastle e libero di impostare.

Il Milan ha sofferto poco e niente in difesa e l’unico in difficoltà è sembrato il solo Calabria contro il talentino del Newcastle Gordon, rilevato poi all’intervallo da Florenzi. E non è sbagliato dire che i rossoneri hanno passato gran parte del match col pallone tra i piedi e a provare ad attaccare.

Trovando spazi da prendere sia come detto a sinistra ma anche centralmente con la posizione intramezza tra mediana e trequarti di Loftus-Cheek, che ha scombinato le marcature inglesi.

Un attacco troppo istintivo e poco lucido. Serve una “regia” offensiva che indirizzi il talento

I rossoneri arrivavano benissimo sulla zona decisiva del campo, ma poi lì qualcosa si è sempre inceppato ed è un aspetto che è andato oltre alla mancanza di cinismo o di lucidità (che è comunque mancata soprattutto nei troppo istintivi Leao e Chukwueze).

Al Milan è mancata infatti razionalità e disegno offensivo, un’assenza manovra corale in attacco che non ha permesso di bucare Pope. A leggere i dati della partita (9 a 1 nei tiri in porta a favore del Milan e 25-6 nei totali sempra favore dei rossoneri).

Si potrebbe parlare di assedio ma andando nello specifico delle occasioni, il Milan non ha mai davvero impegnato il portiere del Newcastle con parate troppo complicate e soprattutto prodotte attraverso una linea guida del gioco ma più che altro mischiando foga e idee non chiarissime sul cosa fare come ad esempio la tripla occasione iper-cinetica tra il 13′ e il 14′ del primo tempo con Pobega, Chukwueze e Giroud.

Sicuramente rispetto al Derby il Milan ha ritrovato gioco (dalla costruzione in difesa ai movimenti a centrocampo) e solidità non subendo contro una squadra di valore, ma per i prossimi impegni Pioli dovrà capire come incanalare al meglio il grande talento offensivo in un progetto più razionale e meno agitato.