Serie A

Milan, Maldini su Ibra: “É un campione anche fuori dal campo”

Il Milan sta sorprendendo tutti in questo avvio di stagione, anzi, dal post lockdown in poi per essere più precisi: rossoneri sono infatti imbattuti in campionato da oltre venti partite. Una vera e propria rinascita, sia in campo che in società. Ed uno dei principali artefici è sicuramente l’ex capitano, ora direttore tecnico, Paolo Maldini. In un’intervista rilasciata a DAZN Italia, Maldini ha toccato diversi temi, cominciando dal suo rientro nell’ambiente rossonero:

Non ero prontissimo, è stata una cosa improvvisa. Ero a Miami quando ho ricevuto la chiamata di Leonardo, che mi voleva con lui in dieci giorni. Sarei potuto tornare anche prima, sia con Fassone e Mirabelli, con cui non ero d’accordo su alcuni aspetti, che con Barbara Berlusconi, ma successero altre cose“.

Il direttore si è poi spostato sulla figura di Stefano Pioli, fortemente voluto e fortemente confermato da Maldini, anche quando il resto della società spingeva per l’avvento di Rangnick:

É molto bravo nel trasmettere i suoi pensieri. Nonostante sia una persona pacata, lo fa con vigore, ma la sua carriera non ha sempre confermato questo. Pensavo fosse debole con i calciatori, invece è l’esatto opposto: a volte ci tocca fermarlo“.

Sul mercato, Maldini si è espresso così: “L’allenatore ci fornisce i profili giusti per il suo modo di giocare, poi il club sceglie i nomi sia in base all’età che alle condizioni economiche. Ovviamente la scelta non deve essere avversa alla richiesta del tecnico“.

Infine, impossibile non parlare del vero trascinatore di questa squadra: Zlatan Ibrahimovic:

Ne avevamo parlato con Leonardo un anno prima, poi siamo andati su Piatek perché sia Ibra che Mino (Raiola, ndr) erano legati ancora ai Galaxy per aver raggiunto un certo risultato sportivo. Era l’uomo giusto per noi per creare un mix tra esperienza e gioventù. Sapevamo di correre un rischio perché la MLS è totalmente diversa dalla Serie A, ma lo sapeva anche lui infatti ha rifiutato i 18 mesi di contratto offerti, accettandone solo sei perché non sapeva cosa avrebbe potuto darci. Noi lo giudichiamo per quanto mostra in campo, ma quelle cose le fai solo se sei un campione anche fuori. Rompe tanto le scatole: c’era un gruppo già competitivo ma alzare il livello significa porsi obiettivi al di sopra delle tue possibilità“.

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Biagio Vaira