Il Milan continua a stupire, ad inanellare record e a mantenere la testa della classifica di Serie A, con cinque punti di distacco sulla prima inseguitrice, che è l’Inter.
Uno degli artefici di questo percorso è sicuramente il direttore tecnico, Paolo Maldini. L’ex capitano rossonero si è dedicato a La Gazzetta Dello Sport, toccando diversi temi. A cominciare dagli obiettivi di questo Milan:
“Sinceramente non mi aspettavo una striscia di imbattibilità così lunga in campionato, ma avevo già visto i segnali in gennaio, prima che il mondo si fermasse. Non andiamo a caccia di statistiche da migliorare, ma di successi. I risultati del 2020 sono oggettivi, però la nostra stagione si snoda nell’arco di due anni, senza un obiettivo prestabilito: il minimo è fare meglio dell’ultima stagione. Lo scorso anno ci siamo qualificati all’Europa League, quindi l’idea è fare di più. Sarebbe assurdo non cercare di andare in Champions League, anche se dalla proprietà non ci è stato dato un input in questo senso“.
Lo scudetto, quindi, non è un sogno irrealizzabile. “Il Milan sta sognando e non vuole smettere di farlo. Soprattutto, non mollerà. Serve un obiettivo quasi utopistico per arrivare a quello possibile“.
Importante, in quest’ottica, il lavoro di Stefano Pioli. “Ha un ruolo speciale. Porta pacatezza, equilibrio, conoscenza di calcio, sensibilità, ma anche intensità“.
Poi Maldini si sofferma sui singoli. “Ibrahimovic, così come Kjaer, è importante per favorire la crescita e la sicurezza del gruppo. Per i giovani, però, vincere senza di loro è un buon segnale e favorisce l’autostima. Rafael Leao ha un grande talento: è la scommessa del Milan, ma anche la sua. Per Theo Hernandez si trattava dell’ultima possibilità, dopo quella sprecata al Real Madrid, e lui l’ha sfruttata. Spesso quando si ingaggiano giocatori, molti si fanno condizionare dal nome o dalla squadra di appartenenza“.
A poco più di due settimane dal Natale, quale regalo per i tifosi? “Un ritorno allo stadio. É un grande peccato non averli con noi. Spero che torneremo presto ad un calcio senza vuoti in tribuna“.