Ier sera il Milan ha frenato sul 3-3 contro il Cagliari nel match valido per la 12ª giornata di campionato. Una partita piena di ribaltoni in cui la squadra sarda ha saputo strappare un pari importante. Ma che ha anche nuovamente evidenziato i grandi problemi difensivi della formazione rossonera.
Fonseca aveva forse ragione quando nel post partita dell’impresa contro il Real Madrid in Champions League disse: “É molto più facile giocare qui al Bernabeu che contro Monza e Cagliari in Serie A“. Al netto della considerazione forte fatta dal tecnico rossonero e che può essere chiaramente dibattuta, dopo la grande vittoria e la grande notte europea contro i Blancos, il Milan era atteso dalla conferma in campionato e da una continuità che fino ad ora è sempre mancata ai rossoneri e che sembrava aver trovato un suo spartiacque positivo nella vittoria nel Derby contro l’Inter dello scorso 22 settembre.
Così non è stato perché tra sconfitte assurde ai limiti del masochismo come quella contro la Fiorentina e quella un po’ arrendevole e sfortunata contro il Napoli, il Milan ha perso terreno anche a causa dell’ambiguo rinvio della partita contro il Bologna, che si sarebbe dovuta giocare lo scorso 26 ottobre. Un periodo in chiaro scuro, dove il Milan ha acceso i motori in Champions League ma ha sempre faticato in campionato, anche quando sono arrivati i 3 punti come i successi di misura sull’Udinese in casa e in trasferta col Monza.
Ieri sera era una grande occasione per consolidare quelle certezze che la serata al Bernabeu aveva riportato in casa Milan, ma invece la squadra di Fonseca ha dovuto fare i conti con il suo dualismo strutturale. Una formazione fortissima dalla trequarti in poi, ma incerta e anche impaurita nel reparto difensivo. La notizia migliore arrivata dalla partita del Cagliari, è che il Milan come potenziale offensivo e varietà di talento nella zona d’attacco è probabilmente la squadra con più mezzi del campionato. Anche ieri il gioco generale non è stato brillantissimo, ma sono bastate tre giocate per punire tre volte la difesa del Cagliari, che è stata punita due volte da due perle del redivivo Rafael Leao (la prima in collaborazione con Tijjani Reijnders con un super assist) e poi dal tap-in di Abraham dopo una sgasata offensiva del sempre solido Pulisic.
Però in mezzo alla lucentezza offensiva ci sono stati le totali ombre della fase difensiva. Il Cagliari pur con mezzi tecnici nettamente inferiori ma con poche e chiare idee di cosa fare per perforare la retroguardia rossonera, coglie subito impreparata la difesa del Milan al minuto 2 con Zortea, che da corner sulla sinistra pesca un destro angolato su cui Maignan non può nulla.
Una dinamica questa del cross dal lato mancino (soprattutto con Augello) a soprendere poi dall’altra parte con l’inserimento sia di Zortea che del terzino destro Zappa autore di una doppietta, che il Milan per errori indivivuali e di generale disatenzione difensiva non ha saputo contenere. Non solo per i gol subiti, ma anche per quelli annullati giustamente al Cagliari per fuorigioco: il 2-2 di Viola allo scadere di primo tempo arriva ancora così: cross dalla sinistra, Zortea entra in area dalla destra ed è libero di fare quello che vuole.
Il Milan è stato sempre molto fragile ieri sera contro il Cagliari, subendo anche inaspettatmente troppe imbucate centrali che sono costati il gol del 2-2 di Zappa dopo un disimpegno sbagliato a centrocampo, e due rischi come un potenziale rigore di Pavlovic su Piccoli e un altro gol annullato all’attaccante, entrambi situazioni tolte per offside.
Il fatto è che il Milan per struttura, per caratteristiche di giocatori e modo di interpretare le partite pare una squadra destinata a concedere sempre qualcosa all’avversario. Nell’11 ideale dei rossoneri tolto Maignan in porta, dei dieci di movimento almeno sette elementi sono di natura offensiva e d’attacco e giocano un calcio propositivo e fatto anche di pressing alto.
I due terzini Theo Hernandez ed Emerson Royal sono due motori moderni più abili ad attaccare che difendere, Reijnders è tutto tranne che un mediano e la sua classe e abilità d’inserimento ne fanno un giocatore pericoloso in zona avanzata. E poi c’è il poker d’attacco. Sette su undici con i due centrali di difesa e con il solo Fofana ad avere compiti di copertura in mediana, ma anche loro coinvolti in un modo di giocare che poche volte vede i rossoneri difendere basso o con compattezza. Quale potrebbe essere quindi la soluzione? Ritrovare solidità anche a costo di snaturarsi a livello tattico e rinunciare ad alcuni elementi di talento? Oppure chiedere maggior sacrificio e desiderio di equilibrio da parte di quelli che ci sono. Dilemmi non da poco per Paulo Fonseca, che deve capire quale anima del Milan scegliere per provare a lottare per traguardi ambiziosi.