Milan-Juventus, passaggi di mercato che hanno scritto la storia

Milan-Juventus, passaggi di mercato che hanno scritto la storia

(Photo by Grazia Neri/ALLSPORT via Getty Images)

Milan-Juventus, una delle sfide più affascinanti della tradizione della Serie A. Una “classica” del calcio italiano. Un scontro storico che, viste anche le sfaccettature dell’attuale campionato, assume un fascino unico. 87 titoli nazionali in campo nella massima serie, 57 per i bianconeri, 30 per il Milan. Tante sfide nelle sfide, attorno al match che si terrà domani sera. Milan e Juventus, nel corso della loro storia, sono state anche protagoniste di importanti passaggi di mercato che, in un senso o nell’altro, hanno cambiato la narrazione dei loro eventi.

Da Bruno Mora a Pablito, passando per Capello

Paolo Rossi

Fu un ragazzotto di 25 anni, nato a Parma, ad inaugurare l’asse di mercato Milan-Juventus, il suo nome era Bruno Mora. Scomparso tragicamente per un tumore allo stomaco a soli 49 anni. Bruno Mora crebbe nel vivaio della Sampdoria, per poi affermarsi in bianconero. Con la Juventus vince uno scudetto nella stagione 1960/61, poi passa al Milan. I rossoneri lo prelevano, cedendo ai bianconeri Sandro Salvadore. Con la maglia del Milan, gioca per 7 stagioni, ottenendo uno score complessivo di 148 presenze e 133 gol in incontri ufficiali, e vincendo uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Fabio Capello, nel corso della sua carriera da calciatore, conquistò tre scudetti alla Juventus, prima di trasferirsi al Milan nel 1976. In rossonero vinse la Coppa Italia al primo anno, per poi conquistare anche il celebre scudetto della stella nella stagione 1978/79. Anche il compianto Pablito Rossi, dopo aver conquistato tutto con i bianconeri, tra il 1981 e il 1985, fece la tratta Torino-Milan, tuttavia, la sua esperienza in rossonero non lascerà ricordi memorabili: 26 presenze con la maglia del Diavolo, appena 3 reti e, dopo solo un anno, il passaggio al Verona nell’estate del 1986.

Da Di Canio a Pippo Inzaghi, fino alle “illusioni” Bonucci e Higuain

Filippo Inzaghi
(Photo by Grazia Neri/Getty Images)

Toccò anche a Paolo di Canio passare dalla Juve al Milan, con una parentesi in prestito al Napoli nel mezzo. Il focoso centravanti romano, nonostante la Coppa UEFA conquistata con la Juve e lo scudetto col Milan, non si lasciò bene con ambo le compagini, dopo le divergenze sia con Maifredi che con Capello. Una breve parentesi, non significativa anche per Roby Baggio. Poi uno dei trasferimenti che ha segnato la storia moderna del Milan: l’approdo di Pippo Inzaghi. Il 9 di Piacenza, dopo quattro anni alla Juve, si trasferì al Milan dove accumulato 202 presenze in 11 anni, conquistando dieci trofei da protagonista, tra cui due Champions League. In rossonero si sono visti anche Matri, Legrottaglie, Bonucci e Higuain, dopo l’esperienza alla Juventus. Matri, cresciuto nel vivaio del Milan, “torna” a casa nel 2013 ma, il suo acquisto, non lasciò il segno. Legrottaglie passò al Milan nel gennaio 2011: poche presenze ma uno scudetto vinto. Poi i “colpi” Bonucci e Higuain. Il primo fu il colpo più chiacchierato dell’estate 2017. Bonucci fu pagato 28 milioni più il cartellino di De Sciglio. Fu presentato come il leader del nuovo corso del Milan cinese ma, la sua esperienza, durò appena un anno con molti bassi e pochi alti, prima di tornare alla Juventus. Higuain durò ancora meno, appena sei mesi. Il Milan lo prese in prestito con diritto di riscatto ma, a dicembre 2018, l’argentino voleva già cambiare aria e passò in prestito al Chelsea, per poi rientrare a Torino. Nell’operazione fu inserito anche Caldara, flagellato dai guai fisici e mai protagonista a Milano.

Da Milano a Torino. Da Meazza a Pirlo passando per Davids

Andrea Pirlo
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

L’asse ha offerto passaggi interessanti anche da Milano a Torino. Il primo fu colui che ha dato il nome allo stadio di San Siro: Giuseppe Meazza. Nel 1998, il Milan aveva per le mani un giovane Edgar Davids che, però, non convinceva il tecnico Capello. L’olandese andò alla Juventus e ne fu protagonista per 7 anni. Nel 2005, il Milan cedette Abbiati in prestito ai bianconeri dopo che, nel corso dell’usuale appuntamento estivo del trofeo Luigi Berlusconi, Kakà infortunò Buffon su un’uscita in presa bassa. L’estate del 2011, segnò il discusso passaggio dell’attuale tecnico Pirlo in bianconero, dopo 10 anni al Milan conditi da successi internazionali come due Champions League. Il regista fu centrale nella vittoria del primo scudetto dei nove della Juve e, spesso e volentieri, qualcuno imputa al Milan di aver commesso un grave errore, rinforzando una diretta rivale e, di fatto, inaugurando il suo ciclo di vittorie, ai danni proprio dei rossoneri. Milan-Juventus, una storia di sfide e di successi, sul campo e…sul mercato.