Editoriali

Milan, il “nuovo Ibra” per guardare al futuro: come si costruisce un leader d’attacco

Milan, il futuro parla chiaro: Ibra può rimanere, ma non è detto che sia in campo. L’attaccante sta discutendo con la dirigenza rossonera per cercare di capire come andare avanti insieme. Se sarà possibile, si farà un’altra annata con gli scarpini ai piedi. Altrimenti Maldini gli ha promesso (e proposto) una carica dirigenziale: l’esperienza di Ibra è un bene prezioso e lo svedese è ben conscio che un altro ambiente come quello di Milanello – per iniziare una possibile nuova carriera con la stessa fiducia – non esiste.

Occorre, dunque, prendere coscienza del fatto che, se anche lo svedese dovesse giocare ancora, non gli si può chiedere di fare gli straordinari. Le energie andranno dosate, un po’ come sta succedendo quest’anno: giocherà le partite importanti. Il resto agli altri, perchè un conto è essere talentosi, un altro è essere macchine. Ibrahimovic – anche se non sembra – è umano e deve ricaricarsi. Intervalli di tempo sempre più lunghi che portano il Milan alla ricerca di altro: un nuovo leader d’attacco che possa trascinare la squadra.

Milan, caccia all’erede di Ibra: due nomi in agenda

(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

La personalità carismatica che consente di sbloccare – se necessario – le partite: non è, quindi, solo questione di tecnica. Anche perché un altro come Ibra difficilmente si trova, ma è possibile cercare qualcuno che abbia la stessa fame e voglia di affermazione. Ecco perché a Casa Milan il nome di Scamacca torna attuale: il centravanti del Sassuolo non solo piace, ma rappresenta quel mix giusto tra voglia e ambizione che potrebbe fare al caso del Diavolo. C’è un’estate per trattare e, probabilmente, il Milan tenterà la sortita. Anche se c’è da fronteggiare la concorrenza dei cugini nerazzurri. Il calciatore a Inzaghi ha già strizzato l’occhio in più di un’occasione.

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L’alternativa si chiama Gouiri: attaccante classe 2000, protagonista nel Nizza, 10 gol e 7 assist all’attivo. Uno è una quasi certezza dal punto di vista formativo, l’altro promette bene ma va cresciuto. Il prossimo leader offensivo del Milan deve essere il giusto mix fra passato e presente, guardando anche al futuro. Le possibilità non mancano, al netto della pazienza. Ancora oggi quando si parla di “nuovo Ibra” viene la tentazione di affidarsi a Zlatan.

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Published by
Andrea Desideri