Milan, il KO con la Fiorentina fa male: Fonseca rischia ancora?

Fiorentina Milan

(Photo by Massimo Paolone, LaPresse) Calcioinpillole.com

Dopo tre vittorie di fila in campionato il Milan cade 2-1 contro la Fiorentina subendo la seconda sconfitta stagionale in Serie A. Una prestazione brutta quella del Franchi e che ha fatto riemergere le incertezze pre Derby.

Fiorentina-Milan di ieri sera è stata una partita piuttosto divertente per gli spettatori e i tifosi neutrali. Match con diverse occasioni da ambo le parti, tantissimi episodi e il clamoroso dato di tre rigori concessi e parati in una singola sfida.

Milan, il KO con la Fiorentina è ritorno al passato. Poco gioco e la difesa va in blackout…

Ma andando oltre nell’analizzare solo gli episodi abritrali della pazza partita di Firenze, ieri c’è stato un peggioramento o una frenata nella crescita del Milan. I rossoneri sembravano aver svoltato la loro stagione con la vittoria nel Derby con l’Inter dello scorso 22 settembre. Una grande prova quella contro i nerazzurri fatta di atteggiamento, intensità e un piano tattico di gioco che aveva messo in crisi la squadra di Inzaghi ed esaltato le caratteristiche di quella di Fonseca.

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(Photo by Massimo Paolone, LaPresse) Calcioinpillole.com

Lasciando da parte la sconfitta ma la buonissima prova in Champions League contro il Bayer Leverkusen, in campionato il Milan veniva da tre vittorie di fila (Venezia, Inter e Lecce) e ieri contro la Fiorentina era una prova del nove piuttosto importante anche e soprattutto per la classifica, con la possibilità di riagguantare l’Inter a quota 14 e restare attaccati al Napoli capolista.

Un Milan scarico e tradito da nuove amnesie difensive. E il “caso” rigori fa riflettere

Come detto ieri il Milan ha interrotto la sua evoluzione positiva che i rossoneri avevano trovato da qualche settimana anche grazie al nuovo e super offensivo vestito tattico, con il 4-2-3-1 ma con tutti gli elementi offensivi più importanti in campo, così da sfruttare tutta la potenza di fuoco rossonera.

Al netto di una grande partita in fase di applicazione tattica della Fiorentina, che in non possesso ha tappato e depotenziato i punti di forza del Milan non permettendo nè gli sfondamenti centrali di Morata e Abraham e nè le corse laterali di Leao e Pulisic con un grande lavoro in copertura dei centrocampisti Viola, il Milan ieri ha prodotto poco come gioco non trovando quegli spazi necessari per esaltarne la qualità. Qualche occasione è arrivata ma meno rispetto alle ultime partite, e il gol del momentaneo 1-1 di Pulisic (uno dei miglori del Milan) è arrivato su un’invenzione al volo dell’americano su altrettanto bella giocata singola di Theo Hernandez, con un gran cross dalla sinistra (per il Capitano rossonero invece partita a dir poco schizofrenica…).

Ieri il Milan l’ha persa per propri errori e proprie mancanze. Ieri la difesa è tornata incerta dopo la compatezza mostrata soprattutto nel Derby con l’Inter ed è tornata a regalare vuoti da far prendere ad una avversario comunque valido come la squadra di Palladino. E se il gol dell’ex Adli è un po’ fortuito come dinamica, la rete del 2-1 di Gudmundsson ricalca una svagatezza abbastanza preoccupante e su cui la Fiorentina ha saputo infilarsi. Lancio dalla difesa, Tomori sbaglia totalmente il tempo dell’intervento di testa e manda in porta l’attaccante della Fiorentina.

La rabbia “tardiva” di Fonseca, che ora è ancora a rischio

L’highlight di ieri è pero ovviamente il doppio errore dagli 11 metri del Milan, che ha sostanzialmente buttato due enormi chance di fare gol in una partita giocata male ma che poteva comunque raddrizzare. Invece i rossoneri sono sbattuti sul muro di un incredibile David de Gea, capace di parare dal dischetto prima a Theo Hernandez e poi ad Abraham.

Il problema però come evidenziato dallo stesso Paulo Fonseca nel post gara, è che ne il terzino francese e nè l’attaccante inglese avrebbero dovuto battere il rigore, in quanto il rigorista designato della squadra sarebbe Christian Pulisic. Un atteggiamento che ha stupito lo stesso allenatore del Milan, che però avrebbe potuto e dovuto imporre la gerarchia già live e già dal campo in opposizione all’anarchia dei suoi. E ora che i risultati sono tornati claudicanti è lui quello che è tornato a rischiare, pausa di riflessione dovuta alla sosta permettendo.