Milan, Galliani: “Vi racconto tutto dei miei 31 anni in rossonero. Maldini…”

Milan, Galliani: “Vi racconto tutto dei miei 31 anni in rossonero. Maldini…”

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Ospite al Festival dello Sport a Trento, Adriano Galliani, ad del Monza, ha parlato dei suoi 31 anni da amministratore delegato del Milan. Di seguito le sue dichiarazioni.

Milan, Galliani si racconta

Milan Galliani
(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Su Giovanni Galli:Arriva appena compriamo il Milan nel 1986. E’ stato un portiere bravissimo che ha avuto la fortuna di avere davanti una difesa incredibile. Va detto che quando ti arrivano pochi tiri in porta non è facile per un portiere“.

Su Sebastiano Rossi:Psicologicamente è stato il portiere più forte che abbiamo avuto. Ogn prendevo un nuovo portiere, ma alla fine gioca lui. Era fortissimo di testa“.

Su Dida:Spesso vado a rivedere i rigori della finale di Champions League a Manchester nel 2003. Dida ne parò tre. Dopo facciamo una festa per la vittoria della coppa, mi trovo al tavolo con un medico e gli dico che ogni tanto rivedevo il rigore di Sheva e mi veniva paura che lo sbagliasse. Sapete cosa mi disse il medico? Che ero irrecuperabile“.

Su Gigio Donnarumma:Ci ha regalato l’ultimo trofeo dell’era Berlusconi al Milan, parando il rigore a Dybala nella Supercoppa italiana. Se è arrivato al Milan il merito è di Mauro Bianchessi. Un giorno arriva nel mio ufficio dicendo che dovevamo prenderlo anche se stava firmando con l’Inter. Alla fine siamo riusciti a prenderlo noi, aveva 14 anni e a 16 anni ha fatto il suo esordio in Serie A. L’anno scorso è stato eletto miglior giocatore dell’Europeo“.

Su Buffon:Abbiamo provato in tutti i modi a prenderlo dal Parma, ma sua mamma non ha voluto. Buffon sarebbe potuto arrivare al Milan a 14 anni, siamo stati molto vicini a prenderlo“.

Sui portieri:Avevo preso Lloris, aveva firmato anche il contratto. Appena avremmo venduto Abbiati al Palermo sarebbe arrivato. Abbiati però non volle andare al Palermo e quindi saltò tutto“.

Su Tassotti: “Tassotti era meraviglioso. Abbiamo preso due gol in casa San Siro nella Coppa dei Campioni, entrambi sul lato sinistro. Dalla parte di Tassotti non abbiamo preso gol, era difficilissimo saltarlo“.

Milan, Galliani su Paolo Maldini

Su Paolo Maldini:Paolo è il Milan, anche suo papà era il Milan. E’ incredibile pensare che nel 1963 Cesare Maldini ha alzato la Coppa dei Campioni in Inghilterra e 40 anni dopo Paolo ha fatto lo stesso a Manchester. E’ una cosa unica che non è mai successa da nessuna parte. Quando arrivammo noi al Milan, Paolo era in scadenza di contratto. Suo papà Cesare aiutava il suo agente. Mi diceva che non avrebbe mai portato Paolo lontano dal Milan. Abbiamo ritirato la maglia numero 3 che potrà essere indossata solo da uno dei suoi figli. Mi auguro che un giorno Daniel, Cristian o magari un nipote di Paolo possa indossare quella maglia“.

Su Maldini dirigente:Il Milan aveva due figure: io e il presidente Berlusconi. Ho offerto a Paolo tutte le altre posizioni a parte la mia ovviamente e lui ha sempre rifiutato. Gli ho proposto diversi ruoli, ma a lui non andavano bene. Forse è meglio che sia arrivato dopo, nella vita ci sono i momenti giusti per arrivare in un posto. Paolo sta dimostrando di essere un grande dirigente. C’è grande affetto tra di noi“.

Sul soprannome Condor:Non so chi mi ha dato questo soprannome, forse Nesta o Leonardo. Nell’estate del 2021 l’ultimo contratto depositato è stato quello di Luca Marrone. Non ha mai segnato durante tutto l’anno, ma nei supplementari a Pisa ha segnato proprio lui. Quest’anno abbiamo preso Izzo, abbiamo depositato il contratto alle 19.58. Mi chiamano Condor perchè chiudo i colpi all’ultimo“.

Su Baresi:Farina ha fatto tante cose che non andavano bene, ma avrebbe potuto vendere Maldini e Baresi e non l’ha fatto. Baresi ha vinto lo scudetto della stella, è rimasto al Milan negli anni 80 quando il Milan è andato due volte in Serie B, non ha mai voluto andare via. Nel calcio di oggi sono cose che non potrebbero mai succedere. A quei tempi non avevi paura di perdere certi giocatori“.

Milan, Galliani esalta Ancelotti

Su Ancelotti:In campo era straordinario, giocò 5 anni in modo incredibile. Sacchi convinse me e Berlusconi dicendo che il ginocchio si può curare, ma testa no. Lo abbiamo quindi preso dalla Roma e per 5 anni si è dimostrato un giocatore e una persona incredibile. Poi ha iniziato a fare l’allenatore, fa due anni alla Juventus nei quali arriva secondo e per questo lo chiamavano perdente. Io parlo con Carlo il sabato prima di Torino-Milan. Gli chiedo se aveva già firmato con il Parma, lui mi dice che avrebbe firmato il lunedì. Andiamo a Torino e perdiamo 1-0, con Inzaghi che sbaglia un rigore al 90′. Io e Braida decidiamo di esonerare Terim, diciamo a Berlusconi di voler prendere Ancelotti. Il giorno dopo andiamo vicino a Parma a casa di Ancelotti, gli diciamo che non poteva abbandonarci. Allora lui firma e da lì iniziano otto anni stupendi. Mi ricordo che dopo il primo allenamento di Kakà, mi chiama Carlo e mi chiede dove lo abbiamo preso. Avevamo già un grande 10 come Rui Costa. Mi chiamò un po’ dopo l’arrivo di Kakà e mi disse che doveva andare via perchè Kakà era troppo più forte“.

Sull’ultima chiamata di Ancelotti:Lo chiamo domenica dopo Monza-Juventus, ci sentiamo spesso. Lui doveva giocare alle 21 il derby di Madrid. Gli chiesi se era preoccupato, lui mi disse di no, che era preoccupato per il Monza, ma visto che aveva vinto era tranquillo. Ancelotti sa tranquilizzare non solo i giocatori, ma anche i dirigenti. Ha vinto tutto, ma ha mantenuto sempre grande umiltà, non è mai cambiato“.

Milan, Galliani e i colpi di mercato

Sui numeri 10:Vi racconto questa cosa di Baggio: arriva da noi nel 1995, ma avevo già il contratto firmato nel 1990. E’ un rimpianto che ho. E’ arrivato nel 1995, mi spiace aver perso cinque anni di Baggio in quel Milan. Gullit era più una seconda punta che un numero 10. Ronaldinho? Lo picchierei quando lo vedo. Aveva una classe infinita, lui e Ronaldo adoravo vederli in allenamento. Dinho, come molti brasiliani, era troppo appassionato cose extra campo. La classe pura di Ronaldinho è inarrivabile. Abbiamo avuto anche Rivaldo, altro giocatore immenso, ma anche a lui piaceva la bella vita”. 
Su Zidane e Dugarry: “Avevamo Savicevic. Berlusconi, ogni tanto parlando con Braida, gli diceva che era andato a Bordeaux e prese Dugarry invece di Zidane. Ma noi avevamo Savicevic. Vi racconto questa cosa su Zidane: il Real prima ci aveva chiesto Sheva, ma Berlusconi disse di no e così andarono a Torino a prendere Zidane“.

Su Van Basten e Pippo Inzaghi:Pippo è l’unico giocatore al mondo che a un metro dalla porta tirava di piatto e segnava di testa. Pippo è la persona più forte mentalmente che esiste. Lui non aveva il talento di alcuni grandi come Van Basten, ma era maniacale. Sapeva tutti i movimenti dei difensori, Pippo è il contrario di Ronaldinho e quella gente lì. Da fuori area non segnava mai, ma era troppo forte di testa e per questo ha segnato tantissimo“.

Su Van Basten:E’ il più grande giocatore che abbiamo avuto“.

Su Pato e Tevez:Non mi fate domande su questo…”.

Su Dybala:Mai cercato Icardi, mentre Dyabla lo volevamo veramente al Monza. Abbiamo parlato con il suo procuratore che è stato a casa mia. Lo abbiamo seguito e cercato, ma ci ha detto di no. Io ci ho provato. Ho parlato con il suo agente e gli ho detto che lo volevamo vedere quando tornava da Miami, ma non ha mai aperto alla possibilità di andare al Monza“.

Su Milan-Monza:Da San Siro il Duomo di Monza ci vuole troppo tempo. Il mio affetto per il Milan è immutato, esulto ancora tantissimo, forse anche troppo. Starò al mio solito posto a San Siro. Sono tifoso del Monza e del Milan perchè 31 anni di Milan non si possono dimenticare. Agli amici su Whathsapp mando sempre tre cuoricini: uno bianco, uno rosso e uno nero. Domenica era a San Siro per Milan-Napoli, i rossoneri non meritavano di perdere“.