Matteo Gabbia, difensore del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a Przegląd Sportowy, primo quotidiano sportivo polacco. Le sue dichiarazioni:
SULLA SUA CRESCITA: “Posso dire di essere più consapevole, dentro e fuori dal campo. Sono cresciuto come calciatore e come persona. Sono però convinto di poter migliorare ulteriormente le mie qualità e diventare un calciatore più completo”.
SUI PROPRI NONNI: “Sono appassionati di calcio e tifosi del Milan. Da bambino andavo in pullman a San Siro insieme a loro e a mio cugino per vedere le partite. Sono nato a Fagnano Olona, paese poco distante da Milano. L’ho fatto ogni fine settimana. Poi, da adolescente, sono andata all’Accademia di Milano. Ho realizzato il mio sogno e il loro”.
SULLA SCELTA DEL NUMERO 46: “Il 1946 è l’anno in cui è nata mia nonna. Ha influenzato me e la mia passione. Sono fortemente legato a lei. Anche mio padre è tifoso del Milan, mentre mia madre è meno interessata al calcio”.
SULL’INIZIO DEL 2022 DEL MILAN: “Abbiamo dimostrato, ancora una volta, di essere forti. Abbiamo ottenuto tre vittorie di fila e giocato delle belle partite. Considerando la trasferta vinta contro il Venezia, ricordo che allo stadio “Penzo” la Roma ha perso e la Juventus ha pareggiato. Abbiamo fatto il nostro lavoro, ma non è stato facile. Abbiamo mantenuto il nostro posto in prima linea. Inoltre, voglio sottolineare che non siamo mai stati sbilanciati, soprattutto nel periodo in cui abbiamo segnato solo con Genoa e Salernitana. Ci siamo sempre concentrati sulla correzione degli errori per non ripeterli”.
SUGLI OBIETTIVI STAGIONALI: “Il club è ambizioso. La vittoria di un trofeo completerebbe il processo di crescita iniziato due anni fa. Faremo del nostro meglio per realizzarlo. Dobbiamo lavorare come abbiamo fatto finora”.
SU PIOLI: “Tatticamente, tutti possono vedere come ci presentiamo in campo. Tutti i giocatori si sentono importanti, questo è il principale contributo dell’allenatore. Ricordo che quando giocavo poco, Pioli mi coinvolgeva in tutte le faccende di squadra, mi dava consigli, si fidava di me. Sentivo che era vicino a me. Lo ringrazierò sempre per questo”.
SU IBRAHIMOVIC: “A Manchester ho girato l’Old Trafford. Nello spogliatoio mi sono fatto una foto davanti alla maglia di Zlatan. Dopo qualche anno lo svedese è diventato il mio compagno di squadra. Mi sembrava impossibile! Guardo sempre come si prepara per la partita, come si allena. È sempre concentrato. È esigente con se stesso, ha alzato il nostro livello. Lui è un esempio per noi”.
SUI COMPAGNI DI REPARTO: “Kjaer è un leader. Sa cosa dire in ogni momento della partita e della stagione. Ora è infortunato. Gli auguro il meglio. Tomori è potente e veloce. È un grande calciatore. Kalulu ha le stesse caratteristiche di Tomori. Romagnoli è un difensore intelligente. Sa sempre come comportarsi in ogni situazione di gioco”.
SULLA DIFESA A TRE O A QUATTRO: “Entrambe le impostazioni. Adesso utilizziamo il 4-2-3-1, ma iniziamo l’azione dalle retrovie con tre difensori”.
SU SAN SIRO: “Speriamo che in futuro il Milan abbia una propria struttura. Questo sarebbe un passo molto importante per lo sviluppo del club”.