Milan, finalmente Krunic: in fondo bastava dargli un’occasione
Nell’esperienza al Milan di Rade Krunic ci si aspettava probabilmente qualcosa in più. In molti si attendevano una vera e propria esplosione da parte del bosniaco.
Milan: ecco il vero Krunic
La consacrazione non è arrivata ma è tutt’altro che colpa sua. Il talento ex Empoli è arrivato all’ombra di San Siro in punta di piedi, con la voglia di lavorare che lo contraddistingue e che l’ha fatto diventare un punto fermo dello scacchiere di Giampaolo in toscana. Al suo primo anno in Serie A ha collezionato 5 gol e 6 assist in 33 partite giocate, un bottino di tutto rispetto che aveva tratteggiato una figura importante di un calciatore pronto ad affermarsi anche tra i big.
Il Milan l’ha prelevato prontamente per poco meno di 9 milioni di euro, convinto di poter ricevere tanto ma anche di poter sfruttare il proprio talento. Anche a causa del caos generale che ha contraddistinto Milanello in questi anni ciò non è accaduto e Krunic è finito col diventare il classico enigma che nessuno riesce a spiegare.
Nella sua prima stagione e mezzo al Milan ha collezionato 45 presenze (solo 14 da titolare). Nonostante sia stato preso poco in considerazione dai vari allenatori approdati sulla panchina rossonera, il bosniaco si è sempre messo a disposizione, lavorando da vero professionista giorno per giorno e facendosi trovare pronto anche quando si trattava di giocare in un ruolo non suo.
Con il Verona è arrivata finalmente la sua rivincita, un anno e mezzo dopo il suo arrivo in rossonero. Una rivincita che si concretizza in una partita sontuosa, giocata a tutto campo e caratterizzata da dinamicità e qualità, da inserimenti continui (suo marchio di fabbrica) e dalla voglia di non far rimpiangere un pezzo da 90 come Calhanoglu, il tutto suggellato dallo splendido calcio di punizione che ha sbloccato un match complicato incanalandolo sulla strada giusta.
Quella di ieri è stata la sua giornata: una grande prestazione in una squadra quadrata e con una propria identità. Bastava metterlo a proprio agio in uno scacchiere che potesse esaltarne le qualità ed ecco il risultato. Pioli l’ha preferito a Brahim Diaz e adesso inizierà probabilmente a considerarlo in maniera più concreta da qui fino a fine stagione, affidandosi a lui anche in partite più complicate. Che sia l’inizio di una rinascita?