Milan, un Diavolo per capello: i mal di pancia di Maldini “bloccano” il mercato
Quell’abbraccio con Pioli a fine campionato, con lo Scudetto praticamente in mano, sembrava l’inizio di un nuovo ciclo invece potrebbe simboleggiarne la fine. Era già successo con Mourinho all’Inter, abbraccio con Moratti dopo la Champions e approdo al Real Madrid. Situazioni diverse, ma dinamiche simili. Stavolta siamo al Milan e sull’altra sponda del lago d’Idro non è a rischio Pioli che, dai luoghi di vacanza, dice: “Voglio difendere lo Scudetto, i giocatori mi mancano già”. Chi vacilla è Maldini.
Una cosa è la passione, quella non si discute, un’altra è il lavoro. Finora per l’ex difensore questi due aspetti hanno sempre coinciso. Privilegio che Maldini vorrebbe continuare ad avere, ma attualmente – visto che la “rivoluzione Milan” parte da lui e Massara – può pretendere qualcosa in più. Perlomeno delle garanzie che fanno capire di essere tutti, compresa la nuova proprietà, sulla stessa lunghezza d’onda.
Milan, Maldini punta i piedi per il rinnovo: la situazione
Niente sconti e, a tal proposito, parecchie grane la starebbe creando la cessione da Elliott a RedBird: i ben informati parlano di circa 1,2 miliardi più un prestito di 250 milioni a tasso d’interesse inferiore rispetto agli attuali valori di mercato. Sintonia quasi totale tra Gerry Cardinale – che ha già visitato l’area tecnica rossonera e preso confidenza con quello che, a meno di clamorosi ripensamenti, sarà il suo prossimo quartier generale – e i Singer che vendono. Anche sul fatto che Maldini e soci possano avere l’ultima parola su tutto quel che riguarda la parte tecnica.
Questa tesi, tuttavia, verrebbe smontata in poco tempo da “L’Equipe”: il quotidiano francese presenta un’altra situazione. Ovvero che Elliott dovrebbe “prestare” a Cardinale 550 milioni al 7-8% di tasso, prezzo di “favore”, ma qui di cortesia – per così dire – ci sarebbe ben poco perchè Elliott rimarrebbe proprietario del club con una quota che si aggira attorno al 49%. 9 membri del CdA resterebbero legati a Elliott compreso Scaroni che continuerebbe a ricoprire la figura di Presidente. Ipotesi che vedrebbe una vera e propria partnership, più che una cessione, in grado di garantire maggiore solidità ma anche più grattacapi.
Nessun incontro a Casa Milan: solo voci, poche certezze
La disputa è legata agli uomini. Il clima di incertezza che, al momento, vige dalle parti di Milanello non fa stare tranquillo Maldini che altro non vuole se non un adeguamento contrattuale in quello che resta il suo ruolo. Fino a prova contraria, il Direttore Tecnico è ancora lui. L’ex capitano prende tempo e, intanto, l’ultima intervista pubblica risale al 27 Maggio scorso: il contesto era quello della Gazzetta dello Sport e Maldini parlava di “silenzio assordante” da parte di Elliott e Gazidis. Un futuro ancora da scrivere e, soprattutto, da decifrare.
A quasi un mese di distanza più nulla, Maldini ha evitato qualsiasi contatto con la proprietà rossonera: nessuna stretta di mano il 2 Giugno a Casa Milan, questo potrebbe essere un primo segnale, mentre alcuni rumors parlano di un incontro di 3 ore avvenuto in separata sede. Tuttavia non si sa né dove, né quando, le parti si sarebbero incontrate. Un clima evasivo che mal si associa ai festeggiamenti del Diavolo.
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Uno Scudetto con tante ombre, in particolare se dovesse scattare un braccio di ferro tra Maldini e la nuova proprietà: il contratto scade a fine Giugno. Il 30 per la precisione: mancano poco più di 10 giorni. Il tempo c’è, ma dovranno esserci anche garanzie. Quantomeno la volontà di andare ancora avanti insieme. Se prima appariva scontato, ora non è più così. Il rosso e il nero si intrecciano in una partita a poker che sembra essere appena iniziata e rischia di “compromettere” anche il mercato.