Il suo arrivo nel mercato di gennaio, senz’altro, aveva acceso i sogni dei tifosi rossoneri. Centravanti d’esperienza, grande personalità e attitudine al trionfo. Si parla di Mario Mandzukic che, da grande acquisto decisivo, è malauguratamente scivolato nel gruppo dei desaparecidos. Nella sessione invernale, il Milan aveva prelevato proprio il croato come rinforzo per l’attacco, insieme a Meité e Tomori. Il paradosso è che, il difensore e il centrocampista, erano considerati due rinforzi più numerici che qualitativi e, alla fine, si sono rivelati fondamentali nel momento di calo del Milan, principalmente il centrale proveniente dal Chelsea che, addirittura, è diventato uno dei possibili acquisti del futuro. Tanto da far ragionare intensamente il club sul suo riscatto.
Discorso ben differente per l’ex Juventus che, di contro, ha giocato appena 158 minuti. Qualche minuto nel primo vero capitombolo in campionato del Milan, contro l’Atalanta. Poi qualche scampolo di partita e la presenza da titolare nel match contro la Stella Rossa, in Europa League. Mandzukic non è riuscito a lasciare il segno e, malauguratamente, ha accusato molti guai fisici figli del periodo di inattività, unitamente alle gravi difficoltà del Milan quest’anno in materia di infortuni.
Il suo futuro in rossonero resta un rebus. Diversamente da quanto ipotizzato al momento dell’acquisto, sul contratto del giocatore non vi è un obbligo di prolungamento in caso di accesso alla Champions. Esiste una clausola ma di natura facoltativa, pertanto, sarà il Milan a valutare al termine della stagione. Il rientro in campo slitta e, probabilmente, il croato si rivedrà contro il Parma. Il rush finale sarà decisivo per convincere il Milan a puntare ancora su di lui.