Tutto rimandato all’ultima giornata. Il Milan, in caduta libera da settimane, sia nei risultati che nel gioco, ha fallito il primo match point per blindare in anticipo la Champions League. Il pareggio a reti bianche di ieri contro il Cagliari rinvia tutto agli ultimi 90 minuti. Di fronte, la squadra di Pioli avrà l’Atalanta da cui tutto, in un certo senso ha avuto inizio. Era ancora il 2019, che a vederlo da qui sembra una vita fa: niente pandemia, niente crisi economica, il Natale alle porte. E la squadra di Gasperini che passeggia sul Milan: 5-0. Da quel momento, complice anche la lunga pausa dovuta al Covid, i rossoneri escono trasformati.
Nella seconda parte della scorsa stagione viaggiano a ritmi scudetto, così come nel girone di andata di questo campionato. Poi, le energie vengono meno, i giri si abbassano, e i risultati fanno scivolare il Milan sempre più giù. Fino al quarto posto di oggi, con un solo punto di vantaggio sulla Juventus. Ma anche con un ultimo turno difficilissimo da giocare. Se i bianconeri se la vedranno con il Bologna, ai rossoneri tocca in sorte proprio l’Atalanta. Che, dall’alto del suo secondo posto, ha in mano i destini europei di due big. Ma anche il proprio: vero che la Champions League è già matematica, ma tra il secondo e il quarto posto, dove finirebbe in caso di sconfitta, ballano 10 milioni di euro.
Non proprio bruscolini, specie per una squadra come quella di Gasperini. Abituata a non mollare nulla, e a gestire le risorse. In mezzo, tra due giorni, Atalanta e Juventus si sfideranno per la finale di Coppa Italia (mercoledì 19 maggio al Mapei Stadium, ndr). Il Milan, per molti motivi, tiferà Atalanta, sperando in una Dea stanca e sazia. Ammesso che basti per acciuffare la Champions all’ultimo respiro. Dalla prova di ieri sera contro il Cagliari, sorge più di un legittimo dubbio.