In un momento così delicato l’assenza di Zlatan Ibrahimovic sta iniziando a farsi sentire. Lo svedese manca tanto al Milan, sia sotto l’aspetto tecnico che per quanto concerne l’aspetto carismatico, naturalmente all’interno del rettangolo di gioco.
Il numero 11 rossonero garantisce concentrazione e ambizione, non solo incentrata su se stesso ma su tutta la squadra. Con lui i suoi compagni giocano meglio ed è un dato di fatto. La pressione e le responsabilità con lo svedese in campo crescono soltanto nei suoi confronti, ma la consapevolezza di poter batte chiunque alla fine riesce a prevalere. Nelle ultime partite è mancato proprio questo, la consapevolezza dei propri mezzi per una squadra giovane e a tratti troppo spaesata per la mancanza di una guida vera e propria.
“Anche la Juventus senza Ronaldo avrebbe faticato, così come l’Inter senza Lukaku“, questo il concetto espresso da Pioli ieri a fine partita. Il tecnico ha esteso il discorso anche alle assenze dei vari Rebic, Calhanoglu, Mandzukic che nelle ultime settimane si sono accavallate, non cercando alibi ma facendo emergere tanto dispiacere per diverse occasioni perse a causa dei molteplici infortuni.
Tra tutti questi nomi naturalmente quello che pesa di più è sempre Zlatan Ibrahimovic. Senza essere troppo retorici, a 40 anni c’era da aspettarsi qualche acciacco di troppo ai danni dello svedese, sempre in grandissima forma ma pur sempre a poche stagioni dal ritiro. Il suo rientro è vicino, con il Milan che spera di averlo a disposizione già per uno sprazzo di partita con il Manchester United, prima poi di inserirlo in campo contro la Fiorentina nell’ultima partita prima della sosta.
La via della prudenza è sempre quella preferita, ma la voglia di tornare ad avere il proprio centravanti in campo è tanta, specie nel momento più delicato della stagione.