Mihajlovic, la sua carriera tra campo e panchina

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il mondo del calcio è sotto shock per la morte di Sinisa Mihajlovic. In lotta con la leucemia dal 2019, il serbo era riuscito a tornare al suo lavoro, ma negli ultimi giorni il peggioramento delle sue condizioni è stato fatale e si è spento questa mattina. La redazione di Calcio in Pillole vuole ricordarlo ripercorrendo le sue gesta, fra campo e panchina.

La carriera di Mihajlovic: gli inizi in Serbia e lo sbarco a Roma

Difensore centrale dotato di un sinistro educatissimo e molto efficace sui calci di punizione, Mihajlovic comincia la sua carriera in patria, in origine da centrocampista. Giovanili nel Borovo, squadra con cui debutta fra i professionisti nel 1986, a 17 anni, poi il trasferimento al Vojvodina prima e allo Stella Rossa poi, con la quale vince la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale nel 1991. Un anno più tardi arriva il trasloco in Italia. È la Roma a prelevarlo dai serbi per la cifra di 8.5 miliardi di lire. Con i giallorossi colleziona 69 presenze in totale e 7 reti, prima di passare alla Sampdoria, dove trascorre 4 anni, con 124 presenze e 15 reti. L’incontro con Sven Goran Eriksson cambia la carriera di Mihajlovic, che diventa a tutti gli effetti un difensore centrale.

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Mandatory Credit: Mike Hewitt /Allsport

Il trasferimento alla Lazio

Nel 1998 il tecnico svedese lo porta alla Lazio per una cifra attorno ai 22 miliardi di lire. L’esperienza in biancoceleste è forse la migliore dell’intera carriera del serbo. Il 13 dicembre 1998 diventa il primo calciatore della storia della Serie A a realizzare tre gol su punizione nella stessa partita – proprio contro la sua ex Sampdoria – mentre nel 1999 diventa il primo giocatore del club a segnare un gol in Champions League – contro il Bayer Leverkusen. Alla Lazio in sei anni vince lo Scudetto nel 2000, oltre alla Coppa delle Coppe e alla Supercoppa Europea nel 1999, due Supercoppe Italiane e due Coppe Italia.

L’Inter e l’inizio in panchina

L’Inter è l’ultima squadra da calciatore. Arrivato nel 2004, trascorre 2 anni a Milano, fino al ritiro nel 2006. Da qui comincia la sua carriera in panchina. Prima come vice di Roberto Mancini proprio con i nerazzurri, poi da capo allenatore. Al Bologna, nella stagione 2008-09, al Catania la stagione successiva e alla Fiorentina fino al 2011. Nel 2012 diventa il CT della Nazionale serba, posto che lascia nel 2013 per diventare tecnico della Sampdoria. Due anni di alto livello che gli valgono la chiamata del Milan, con cui trascorre la stagione 15-16, mentre l’anno successivo passa al Torino. Dopo una brevissima esperienza allo Sporting – soli nove giorni -, torna al Bologna prima di scoprire della malattia. Nello scorso settembre è stato sollevato dall’incarico.