Il giocatore, considerato dai più il migliore sul pianeta, è attualmente senza lavoro. Si parla di Lionel Messi. Il paradosso del calcio moderno che, ora, punta i riflettori su una questione che mette in evidenza tutte le sfaccettature ‘aziendaliste’ dello sport che coinvolge 4 miliardi di appassionati al mondo. Praticamente, un essere umano su due. Ed è in quest’ottica che – secondo quanto riportato da Mundo Deportivo – nei giorni scorsi avrebbe avuto luogo un incontro tra alcuni rappresentanti del Barcellona e il presidente della Liga spagnola Javier Tebas. Un contatto di duplice natura, esplorativo per comprendere appieno i limiti salariali sanciti dalla Federcalcio iberica, così come per aprire uno spiraglio per eventuali eccezioni alla regola.
Già. Perché quando il presidente di uno dei club più visibili al mondo (Laporta, ndr), dichiara pubblicamente che: “C’è la questione del fair play finanziario da tenere in considerazione. Vorrei dire che Messi resta ma ancora non posso”, il messaggio in politichese è forte è chiaro: “Dateci una mano, sapete cosa significa avere Messi nel campionato spagnolo”. L’autorevole Mundo Deportivo, oltre a riferire dei contatti, anticipa la posizione di Tebas sulla questione rifacendosi ad alcune sue affermazioni per i media spagnoli: “Se rinnova, dovranno tagliare da un’altra parte. Non faremo regole “ad hoc” per Messi”.
Tebas è un uomo molto discusso, probabilmente con più detrattori che ‘fan’. Ma, certamente conosce il proprio mestiere e, soprattutto, è ben consapevole di come sia importante lanciare pubblicamente un messaggio di fermezza verso il popolo. Il popolo che ha vissuto le restrizioni del lockdown, che ha perso il lavoro a causa della pandemia e che, generalmente, ha visto l’abbassamento sensibile della propria qualità di vita. Dichiarazioni inevitabili ma che, ad ogni modo, non celano la consapevolezza del vertice federale nel conoscere il valore di un’icona come Messi per tutto il movimento. Sono le parole dello stesso presidente a ‘tradirlo’, quello datate giugno 2020 alla radio RAC1. Si parlava di un altro ‘simbolo’ che aveva lasciato la Liga nel 2018: Cristiano Ronaldo.
“La partenza di Cristiano, sebbene non sia stata digerita a Madrid, ha avuto un impatto quasi nullo. Perché nella Liga ci stiamo preparando da anni affinché il brand trascenda i giocatori. Ma il caso di Messi è diverso – spiega Tebas – Messi è il miglior giocatore nella storia del calcio. Siamo stati fortunati ad averlo sempre avuto nella nostra lega. Penso che la partenza di Messi sarebbe evidente. Certo, di più se andasse a giocare in un’altra lega. È un’icona del calcio spagnolo, della Liga e gli chiederei di finire con noi. Non sarebbe una catastrofe perché abbiamo firmato contratti televisivi con o senza Messi, ma è importante è il valore che aggiunge”.
Può esser cambiato qualcosa nella mente del numero 1 del calcio spagnolo in 365 giorni? Probabilmente la strategia. Specialmente nel momento in cui si va verso la riapertura degli stadi per la prossima stagione, con i club che si preparano ad un aumento di ricavi con ‘effetto rimbalzo’ dopo il crollo del 2020. Secondo l’analisi di Diagonal Investments, Messi genera un guadagno per il club di circa 118 milioni di dollari annui. Perdere Messi significa molto per il Barcellona ma anche per la Liga, specialmente in una fase in cui vi è da rinegoziare i termini dei diritti tv dalla stagione 2022/23.
Quanto può calare la domanda in una trattativa senza il miglior giocatore al mondo, specie con il super progetto di Tebas della propria piattaforma OTT? Lo sa bene Tebas, lo sa bene il Barcellona e, soprattutto, lo sa bene Messi in un puzzle gigantesco di milioni e contratti che può avere un solo epilogo: la permanenza della Pulce al Barça e nel campionato spagnolo.