Mercato Lazio, sarà il solito gennaio in bianco?
Non ci voleva una pandemia per stringere i cordoni della borsa della Lazio, che solitamente nel mercato di gennaio fa da spettatrice, o poco più. Pensare che andrà diversamente, in questa sessione ormai alle porte, è difficile, anche la squadra di Simone Inzaghi avrebbe bisogno di più di un ritocco.
In uscita
Qualcosa si muoverà, quasi sicuramente, in uscita. Il nome buono è quello di Denis Vavro. Arrivato a luglio 2019 dal Copenaghen, per 10,5 milioni di euro, il difensore slovacco non si è mai imposto nello scacchiere tattico biancoceleste. Per lui, si parla di un interessamento del Fenerbache in Turchia, ma anche della sua vecchia squadra, il Copenaghen, e del Midtjylland, in Danimarca. Tare ci crede ancora, e punta ad un prestito che ne rivaluti l’investimento, decisamente oneroso per la storia recente e gli standard biancocelesti. Di certo, Vavro nella difesa a tre non sembra offrire grandi garanzie, e Inzaghi, da parte sua, non gli ha concesso molte chance.
L’altro giocatore su cui si concentrano le attenzioni di molti, è Felipe Caicedo. Ad un passo dall’addio la scorsa estate, quando i petroldollari sauditi avevano convinto l’ecuadoregno, ma non la Lazio. Che, adesso, vuole pensarci bene prima di privarsi del suo unico bomber di scorta, su cui da settimane è forte la Fiorentina. Muriqi, il pezzo forte del mercato estivo, ha ancora bisogno di tempo, tra infortuni e Covid ha vissuto un inizio di stagione terribile. E allora, Caicedo torna imprescindibile, come la scorsa stagione, anche per dare al kosovaro il tempo di adattarsi, senza troppe pressioni. A proposito, in Turchia si parla anche di un ritorno di Muriqi, in prestito fino a giugno, al Fenerbache: una voce, niente di più.
In entrata
La Lazio di inizio stagione ha due fragilità, che potremmo definire strutturali. La prima è l’esterno sinistro, perché in estate è arrivato Fares, ma gli infortuni ne stanno limitando sia l’utilizzo che l’inserimento. Nel frattempo, Lulic, a 34 anni, è sempre più un’incognita. Marusic ha dimostrato di saper stare anche lì, ma lui e Lazzari non possono giocarle tutte. Di nomi nuovi, in giro, non ce ne sono, ma l’esperto Darko Lazovic, dal Verona, è sempre di moda. Magari in prestito per sei mesi, come fu per Romulo un paio di stagioni fa.
Il serbo rischia di essere l’unico innesto possibile in una squadra che, dietro, ha subito una quantità invereconda di reti. E che avrebbe estremo bisogno di un puntello. Acerbi è inamovibile, Luis Felipe lo sarebbe, ma se la tenuta fisica è quella vista sin qui non c’è da stare sereni. Radu, colonna e senatore della squadra, inizia a sentire il peso delle stagioni, e Hoedt, che sin qui ha fatto bene, non basta a costruire una linea Maginot credibile. Inzaghi ha bisogno di gente abituata a giocare a tre, uno alla Armando Izzo, ai margini nel Torino e già trattato in passato. L’ostacolo, qui, è umano: i rapporti tra Cairo e Lotito sono a dir poco pessimi, la palla è nelle mani dei Ds, ma resta una trattativa difficile.