Da quello che abbiamo potuto vedere nelle prime uscite in bianconero, Weston McKennie è un calciatore che, quando c’è da lottare, non tira mai indietro la gamba. Uno di quei centrocampisti che vivono per fare la guerra in mediana e per proteggere, con le unghie e con i denti, il reparto arretrato.
Molte delle caratteristiche che i tifosi della Juventus hanno potuto vedere in campo, si possono notare anche fuori dal rettangolo verde. Una su tutti, la voglia di lottare per ciò che è giusto e il coraggio di prendersi delle responsabilità.
Dal punto di vista comunicativo, dopo le presentazioni che fanno parte dello stesso copione che parte ad ogni nuovo acquisto, il primo atto di McKennie alla Juventus è stato mettere la faccia in uno spot, in collaborazione con Juventus e Adidas, contro il razzismo. Un video potente, senza nessuna retorica di circostanza, il racconto di come un ragazzo nero viva negli Stati Uniti, tra discriminazioni e abusi della polizia.
In una recente intervista rilasciata a Sports Illustrated, il calciatore è tornato sull’argomento, esponendosi e raccontando episodi che l’hanno visto in prima persona oggetto di insulti razzisti. Adesso, giunto in Serie A, in un top club come la Juventus, McKennie vuole continuare a farsi portavoce del messaggio antirazzista. Questo uno stralcio dell’intervista:
“Sono sempre rimasto fedele a me stesso. Sarò sempre me stesso, estroverso e schietto, non cambierò perché parlo con Cristiano Ronaldo o con Buffon. Ovviamente sono calciatori per cui nutro un grande rispetto ma non cambierò per fare una buona impressione. Se mi accetti bene, se non lo fai è un problema tuo“.
“Da molte persone sono visto come un pioniere del calcio americano. Prima di essere calciatore, però, sono anche un essere umano. Se vengo fermato non posso dire: “ehi sono un giocatore di calcio, rappresento gli Stati Uniti”. Questo non cambia nulla per me. Tutti mi rispettano quando indosso la maglia della Nazionale americana ma quando la tolgo mi rispettano ancora? Come mi trattano?“.
Insomma, l’arrivo in Italia di un calciatore come McKennie, che non ha paura di esporsi e di prendere posizione, potrebbe rappresentare una vera e propria boccata di ossigeno. Boccata di ossigeno anche per la stessa Juventus che, molto spesso, incarna perfettamente l’attitudine tutta sabauda di non esporsi troppo. Come da mesi urlano le piazze americane, la lotta antirazzista e contro le ingiustizie sociali è una lotta di tutti, nessuno escluso.