Mbappé, quota 100 per la svolta

(Photo by PASCAL GUYOT/AFP via Getty Images)

Ne leggiamo, ne scriviamo e ne sentiamo parlare da così tanto tempo, che Kylian Mbappé, calcisticamente, non sembra avere 22 anni (il 20 dicembre, ndr), ma 30. Nel suo impressionante palmares, ci sono già quattro Ligue 1 e una Coppa del Mondo, vinta da protagonista, non da comprimario. Nella parabola che l’ha portato ad essere il giocatore più costoso al mondo, e probabilmente il più forte, Mbappé si trova però a dover affrontare le prime critiche.

Colpa di un ruolino di marcia che, in Champions League, non assomiglia troppo a quello che il giovane attaccante del PSG ha in Ligue 1. Questione, sostanzialmente, di numeri, non certo di atteggiamento o di prestazioni. In Europa, non segna praticamente da un anno: dal 5-0 contro il Galatasaray nell’ultima giornata del Girone A della scorsa campagna. Da allora, nove partite e solo due assist. Polveri bagnatissime, per quello che, già da un po’, è il quarto marcatore della storia del PSG.

E che da ieri ha toccato la tripla cifra: 100 reti. In poco più di tre stagioni. Al netto di qualche passaggio a vuoto in Europa, sono numeri che non lasciano troppo spazio all’interpretazione. Specie perché conditi da 58 assist, che danno l’esatta misura di come più che per sé, giochi per la squadra. Senza mai tirarsi indietro e sfruttando tutto il fronte offensivo, che condivide, da sempre, con un certo Neymar. Che, nello stesso periodo, ha segnato 76 reti condite da 45 assist. Il presente è loro, il futuro è di Mbappé, parigino cresciuto nel Monaco, che in molti vedono lontano dalla capitale francese già nella prossima estate.

Il Real Madrid, non è un mistero, che sia o meno Zidane a sedere sulla panchina, ha bisogno di una stella intorno alla quale costruire il proprio futuro. E Mbappé, per qualità, continuità, serietà, numeri, sembra davvero quello giusto. E il Real, per tradizione, è il posto giusto per puntare alla Champions. A “spingerlo” lontano dalla Tour Eiffel, potrebbe essere proprio Neymar, che nn perde occasione per ribadire quanto vorrebbe avere di nuovo Messi al suo fianco. Un sogno al quale Leonardo sta lavorando, sacrificando però il simbolo della Francia Campione del Mondo 2018, campione di oggi e di domani. Sicuri, a Parigi, che ne valga la pena?