Marotta studia il nuovo piano per la Serie A e il calcio europeo

Marotta studia il nuovo piano per la Serie A e il calcio europeo

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Beppe Marotta non pensa solo al mercato della sua Inter ma anche al futuro della Serie A e del calcio internazionale. Le ultime novità a livello internazionale, come la nascita della nuova Coppa del Mondo per Club o il nuovo formato della Champions League dal 2024, impongono della riflessioni. Diversi dirigenti di alcuni club europei non sono sembrati molto entusiasti della nuova competizione che ha presentato Gianni Infantino, ma Marotta non è uno di questi.

Marotta Serie A
(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il piano di Marotta per la Serie A

Nell’ultima assemblea della Serie A, l’amministratore delegato nerazzurro ha parlato delle sue idee. Secondo Marotta, la soluzione ideale è quella ridurre il numero di squadre in Serie A. Di conseguenza, anche il numero delle partite che vengono giocate ogni stagione diminuirebbe, lasciando spazio ad altre competizioni. In questo modo la nuova Champions League e anche il nuovo Mondiale per Club non sarebbero un problema per le società italiane. Senza scordarsi la Superlega, progetto per il momento sepolto ma non ancora morto.

Marotta Serie A
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

La volontà delle grandi del calcio

L’idea di Marotta potrebbe essere valida anche per i grandi club europei. Meno partite a livello nazionale significa più partite a livello internazionale e, di conseguenza, maggiori introiti. Che siano partite di Champions, Mondiale o amichevoli di lusso, l’idea iniziale della Superlega sembra potersi modificare e attuare con altri mezzi. Nella stessa bozza della Superlega veniva riportato ciò: “La Superlega impegnerà a mandare 12 club europei a giocare nella nuova annuale World Club Competition”. Al momento si è aperta solo la discussione e non ci sono state soluzione concrete. Ma le nuove competizioni che partiranno a breve impongono cambiamenti radicali, altrimenti si rischia di arrivare ad una guerra tra club, federazioni e calciatori. Da diverso tempo si discute sul fatto che si giochino troppe partite. Questa potrebbe essere la miccia giusta per discuterne seriamente e agire di conseguenza.