“Marotta presidente della FIGC”: adesso è davvero Marotta-League | Sta succedendo tutto sotto banco
Il futuro di Beppe Marotta è segnato: l’Inter sarà il suo ultimo club. La corsa alla poltrona federale è già cominciato.
Metterà la seconda stella sullo stemma dell’Inter, non sembrano esserci più dubbi anche se la cocente per l’eliminazione negli ottavi di finale di Champions League, ai tiri di rigore contro l’Atletico Madrid, da vice campioni d’Europa, renderà tutto meno bello, con tanti rimpianti per quello che poteva essere e non è stato.
I trofei che vincerà con l’Inter saranno gli ultimi della sua carriera meravigliosa come dirigente, è stato lui stesso a ribadirlo più volte, in più interviste. D’altronde Beppe Marotta ha fatto tutto: scritto pagine di storia con la Juventus.
Poi il grande sgarbo quando Andrea Agnelli lo ha fatto fuori dalla Juventus: è passato all’Inter, affascinato dal grande e ambizioso programma di rafforzamento prospettatogli da Zhang. A far tornare la Beneamata ai fasti che furono, ci ha pensato in primis lui.
Sia ottimizzando gli investimenti all’estero del governo, ma una volta arrivato il blocco da Pechino, quando sono stati chiusi i rubinetti, è stato proprio Marotta a fare la differenza. La gestione del “caso Icardi” e la sua cessione, l’ingaggio di Conte e lo Scudetto scucito proprio alla Juve, che alla Beneamata mancava dal 2010. Capacità di gestire i momenti, specie quelli più difficili, e di far veicolare quello a lui e al club più conveniente.
Il grande capolavoro
Basti pensare al grande capolavoro dello scorso mercato. Il prestito di Oaktree impediva all’Inter di muoversi, se non in un mercato sostenibile, poteva rappresentare un problema, è stata l’arma più. Via Onana (ceduto a peso d’oro) dentro Sommer, via il ribelle Brozovic tanto quel ruolo poteva ricoprirlo Calha. E quello di Chala, all’occorrenza Frattesi.
E che dire della gestione di un altro caso, quello relativo a Lukaku: lo ha fatto fuori su due piedi, in tronco e a furor di spogliatoio, tanto grazie al fido Ausilio l’Inter avevano già preso Thuram, l’ennesimo colpo griffato da un grande dirigente. È convinto che il rinnovo con Lautaro Martinez si farà, nel frattempo Beppe Marotta sta pensando anche al suo di futuro.
Un destino già scritto
Ha appena rinnovato, fino al 2027. Di lì in poi saluterà tutti per dare assalto alla poltrona federale. Per Marotta si prospetta un futuro da erede di Gravina. Forse. “Sarebbe un ruolo perfetto per lui”, le parole di Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, aprono di fatto la campagna elettorale alla poltrona della FIGC.
“Marotta è un grande manager – continua Carnevali – e anche un grande politico, potrebbe essere un ruolo perfetto per lui perché conosce le problematiche del nostro mondo. Lui ha tutte le capacità per ricoprire qualsiasi ruolo”. Prima, però, bisogna mettere la seconda stella, e magari realizzare ciò che si poteva fare quest’anno in Europa, ma che è finito troppo presto.