Dalla sua partenza al suo ritorno. Un cerchio che potrebbe chiudersi e anzi, considerato il personaggio di cui parliamo, si chiuderà certamente. La numero 7 dall’addio di Cristiano Ronaldo ha vissuto anni bui, complici anche gli anni del post Ferguson e di scorie smaltite solo da due anni con il ritorno su palcoscenici importanti e vicino alla vetta della Premier League.
Il Manchester United e la maglia numero 7 hanno sempre avuto un rapporto al limite tra il mistico e l’esoterico. George Best, Eric Cantonà, David Beckham e Cristiano Ronaldo hanno reso la numero 7 una maglia pesante, più della numero 10, almeno nei Red Devils è così. Nella numerologia dantesca il numero 7 simboleggia la perfezione umana. Ha molti significati legati alla sfera religiosa: 7 giorni della settimana, che sono i 7 giorni della creazione raccontati nella Genesi; 7 è però anche il numero dei peccati capitali e 7 sono le cornici che formano il regno del Purgatorio. Eppure, dopo l’addio di CR7, il numero del Demiurgo, dei re di Roma, dei passi del Buddha e delle porte del chakra ha subito una flessione negativa.
Il primo ad ereditare la maglia più importante del Manchester United dopo l’addio del fenomeno portoghese fu Wonder Boy, al secolo Michael Owen ma con 31 presenze in 3 anni e appena 5 goal realizzati non mantenne minimamente le aspettative. Fu la volta poi di Antonio Valencia per poi arrivare al talento del Fideo Angel Di Maria. Con lui, i tifosi dei Red Devils speravano di aver trovato il giocatore adatto ad indossare la numero 7 ma nonostante l’immenso talento (in Argentina, precisamente a Rosario, vi diranno che Di Maria è il più forte nato in quella città, sarebbe la stessa di un certo Messi) Di Maria si trovò in anni in cui il Manchester United non era una squadra molto competitiva e aveva allestito la rosa in modo confusionario. La 7 poi è passata prima a Memphis Depay, in quel momento uno dei migliori giovani in circolazione e poi ad Alexis Sanchez, arrivato alla corte del Manchester United dopo ottimi anni ai Gunners. Entrambi, però, delusero le aspettative.
Adesso quella maglia passerà dal matador Cavani, elemento imprescindibile dell’ultima Europa League conclusa con la sconfitta in finale contro il Villareal, al suo vecchio e illustre proprietario. Nella simbologia esoterica il numero 7 rappresenta la Luna Occulta, la mediazione tra umano e divino e la chiusura di un periodo ciclico. Solo chi è stato divino tra gli umani nell’ultimo decennio può chiudere un cerchio maledetto e tutto questo con la sola maglia del suo destino: la numero 7.