Manchester United, le origini della ‘guerra’ tra tifosi e i Glazer

Manchester United, le origini della ‘guerra’ tra tifosi e i Glazer

(Photo by Matt Wilkinson/Stella Pictures)

Imperversa la tempesta nell’ambiente del Manchester United, acuendo i malumori di una faida mai tramontata che, con il caso SuperLeague, ha fatto esplodere una vera e propria ‘guerra’ interna. Nella giornata di ieri, i supporter dei Red Devils hanno invaso l’Old Trafford causando il rinvio del match con il Liverpool. Circa 200 tifosi hanno prima contestato la proprietà dei Glazers fuori dall’impianto, per poi entrare nel campo e perseguire con la protesta. Messaggi di minaccia come “Abbiamo appena iniziato”, come riportato da Il Corriere della Sera. Si tratta di uno scontro ormai aperto e che potrebbe portare all’addio dei proprietari statunitensi. Ma da dove nasce la tensione tra i proprietari del Man United e i suoi tifosi?

Le origini della guerra, l’ingresso in società ‘tutto debiti’

Tutto nasce nell’esatto momento in cui i Glazer acquisiscono il club. Si torna al 2005. Malcolm Glazer acquista il Manchester United, in un’operazione complessiva da 1,47 miliardi di dollari. Al fine di concludere l’acquisizione, i Glazer conducono un’operazione denominata leveraged, o a leva finanziaria. Aprono diversi finanziamenti, ottenuti offrendo come garanzia il patrimonio del club. Ogni debito finanziario viene ‘scaricato’ sul bilancio della società dei Red Devils, innescando la reazione furiosa dei supporter che, fin dall’approdo degli americano contestano il loro insediamento con il noto slogan tornato in auge in queste settimane: “Love United, Hate Glazer”.

Nascono addirittura nuovi gruppi organizzati di tifosi che si dissociano dalla proprietà, come il FC United of Manchester o il Manchester United Supporters Trust. Negli anni successivi il rapporto non migliora, anzi. I Glazer continuano la conduzione del club con una visione prettamente finanziaria, dove i fondi immessi non provengono mai dalle casse della holding statunitense bensì dagli stessi ricavi del club. I debiti della proprietà continuano ad essere trasferiti sulle ‘spalle’ del Manchester United che, negli anni, vede il proprio indebitamento schizzare di oltre 1,5 miliardi di euro.

I debiti privati e lo United come ‘scarico’

Nonostante i successi di Alex Ferguson e consequenzialmente, l’aumento vertiginoso dei ricavi, i Glazer continuano ad utilizzare il club come una ‘scatola’ da cui accingere fondi per prestiti personali e su cui scaricare gli stessi debiti contratti per ragioni distanti dalle necessità dei Red Devils. Tra il 2007 e il 2010 si verificano episodi di contestazione non dissimili da quelli visti nella giornata di ieri. In quegli anni lo United vince tutto, tra Champions League (2008, ndr) e tre scudetti consecutivi ma giocatori come Van Nisterlrooy e Cristiano Ronaldo vengono ceduti senza rincalzi di spessore, poiché vi è un debito privato da 819 milioni di euro da ripianare. Nel 2010 i tifosi dello United protestano all’Old Trafford intonando cori molto aggressivi come “Die Glazer Die” e sfoggiando i colori del Newton Heat, la squadra da cui ha origine il Manchester United.

Un’escalation di rabbia, tensione e atti violenti come l’accerchiamento dell’auto dei due figli di Malcolm Glazer, nonché attuali leader del club, principalmente Joel. Una guerra che dura da ormai 16 anni e che , la SuperLega, non ha fatto che acuire. L’ennesimo atto volto al profitto, al lato finanziario del pallone. Un tradimento dei valori in nome di una nuova cascata d’oro. Un colpo ai tifosi del Manchester United che, oggi più che mai, vogliono l’addio dei Glazer.