Manaj ricorda Barcellona: “Mi sembrava di giocare alla Playstation”
Lo Spezia si coccola Rey Manaj, attaccante prelevato dal Barcellona la scorsa estate, grazie anche all’ambizioso progetto di Platek. L’albanese si gioca il posto nell’attacco di Thiago Motta, ed in 21 partite ha segnato quattro reti. L’attaccante è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, con la quale ha parlato di diversi argomenti. Manaj ha ricordato il suo trasferimento al Barcellona, fino al trasferimento allo Spezia, in Serie A, che gli ha dato la possibilità di rilanciarsi e mettersi in mostra. Di seguito le parole di Manaj alla Gazzetta dello Sport.
Le parole di Manaj: dal Barcellona ad oggi
Dove tutto è iniziato
“Arrivai con i miei genitori a casa di una zia a Castelchiodato, in provincia di Roma. Era il 2000, era appena finita la guerra del Kosovo. Una mattina alle 5 bussarono alla porta: controlli. Non avevamo i documenti e fummo rispediti in Albania. Due anni dopo tornammo in Italia con i documenti in regola. Mio padre ci aveva preceduto per trovare lavoro. Io viaggiai su un gommone con mamma, la mia sorellina e una zia. Per fortuna ero piccolo e non ricordo nulla di quel viaggio. Però so che partimmo senza la certezza di arrivare. Dopo un periodo a Castelchiodato ci trasferimmo a Codogno. E lì è iniziata la mia storia nel calcio”.
L’esordio con l’Inter a 18 anni
“Mancini è stato un punto di riferimento per me. Mi ha sempre fatto allenare per la prima squadra. Probabilmente quando arrivai all’Inter non ero ancora pronto a livello fisico e mentale. Ho ancora tanti amici lì, sento spesso Perisic e Brozovic”.
La chiamata del Barcellona
“Mi sembrava di giocare a Fifa sulla PlayStation e di scegliere la modalità calciatore, invece era tutto vero. Per un paio di mesi ho avuto l’onore di correre e allenarmi con Messi. In quello spogliatoio non parlavo tanto, ma ascoltavo tutto. In quei giorni mi voleva un altro club della Liga, ma il Barcellona decise di tenermi. Poi, però, sono stato io a chiedere di andare via. Al Barcellona dopo l’addio di Messi c’era molta confusione. Avrebbero rinforzato l’attacco, ma anche io avrei avuto prima o poi la possibilità di mettermi in mostra”.
Perché la scelta dello Spezia?
“È un club ambizioso che si sta consolidando, con una squadra giovane ed un allenatore che sta costruendo il suo percorso dopo essere stato un campione. Ho capito che allo Spezia avrei potuto affermarmi definitivamente”.