Luis Alberto si scusa ma sui social serve più attenzione

Luis Alberto si scusa ma sui social serve più attenzione

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

La vita di ogni persona, ad oggi, è irrimediabilmente legata al mondo dei social network e dei social media. Si può forse immaginare la vita al giorno d’oggi senza uno smartphone a portata di mano? Con le notizie in tempo reale, con affetti separati da chilometri ma che si possono vedere con un click, con la libertà di scrivere e dire tutto ciò che si vuole.

Ecco, proprio su questo punto bisogna focalizzarsi un attimo: scrivere e dire tutto ciò che passi per la testa. Il mondo dei social ha abituato tutti a questo. Si parla tanto e forse si pensa un po’ meno, senza rendersi conto che sui social network nulla viene mai davvero dimenticato.

Ed è proprio quello che è successo al centrocampista della Lazio, Luis Alberto, che, nella giornata di ieri, si è lasciato andare un paio di volte a dichiarazioni non molto felici nei confronti della società, prima su Instagram e poi su Twich.

Il classe ’92 ha dapprima condiviso una Instagram Stories piuttosto polemica sul suo profilo: “Molto bello ma quando ci occupiamo di quello che c’è dentro? Apparenza.

Il pensiero è subito corso alla presentazione del nuovo aereo della Lazio presentato dalla società. Un sospetto che è stato poi confermato dallo stesso Luis Alberto che, in una diretta Twich, dopo una domanda proprio sull’aereo, ha risposto: “Ho visto l’aereo, comprano cose ma non ci pagano. Spendono tanti soldi ma per noi non c’è niente.”

Frasi pesanti che sono diventate un vero e proprio caso mediatico nella giornata di ieri. Questa mattina, però, il centrocampista ha voluto fare un passo indietro, chiedendo scusa, sempre con un video caricato sul suo profilo Instagram.

 Voglio chiudere la questione, così non esce più e continuiamo a divertirci giocando a calcio. Non parlo solamente per me, dico per tutti. Voglio che la Lazio lavori per il bene di tutti, c’è tanta gente dietro. Mi prendo le mie responsabilità, ho fatto una cazzata. Ho dato il massimo e lo farò sempre, finché starò qui. Sono sceso in campo anche da infortunato. Mi sono arrivati tanti messaggi dai tifosi. Non posso essere laziale come voi o come Danilo. Chiedo scusa alla gente che si è sentita offesa, non era mia intenzione. Non sono laziale, ma devo ringraziare la Lazio per tutto ciò che mi ha dato. Dobbiamo continuare a essere una famiglia, ho sbagliato il momento. Dobbiamo migliorare, e fare tutte le cose per bene. Continuiamo a lavorare, speriamo di festeggiare titoli in più.”

 

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Essere calciatori e convivere col mondo social

Luis Alberto ha chiesto scusa e sicuramente buona parte dei tifosi, se non tutti, accetteranno le scuse e ci metteranno una pietra sopra ma, il mondo social, non funziona davvero così.

Sui social network nulla viene mai dimenticato davvero, si accantona, non se ne parla più ma ciò che è stato fatto, di bello e di brutto, rimane sempre.

Il centrocampista della Lazio non è di certo l’unico ad essersi lasciato a dichiarazioni poco felici sui social, queste cose sono all’ordine del giorno. Da Cristiano Ronaldo e la bruttissima frase sui tamponi, fino alla più recente lite social tra Toni Kroos del Real Madrid e Aubameyang dell’Arsenal.

Cose che, se fatte o scritte da una persona qualunque, non avrebbero mai fato tanto rumore ma, il punto, è proprio questo.
I calciatori sono esseri umani, certo, ma non sono persone qualunque. E loro lo sanno bene.

Lo sanno benissimo di essere persone con un’attenzione mediata e un seguito esorbitante. Sono eroi per i più piccoli, esempi per i più grandi. E’ vero, sono esseri umani e sui social network sbagliano tutti. Dal primo all’ultimo. Ma uno sbaglio di una persona qualunque non si può considerare al pari di uno sbaglio fatto da un grande calciatore.

Giusto o sbagliato? Forse non c’è una vera e propria risposta a questa domanda ma, quando si ricoprono dei ruoli così importanti, si ha anche una certa responsabilità.

Fa parte di un codice morale non scritto ma che ogni calciatore sa di dover seguire. Se sui social si è seguiti da milioni e milioni di persone certe cose non si possono dire, certe cose si non possono fare.

Perché il mondo social è un mondo che non perdona, che non dimentica. E’ un mondo pronto a puntare il dito e che non aspetta altro che nutrirsi del prossimo passo falso di una persona degna di nota. A volte giustamente, altre volte approfittandone un po’ di più.

E che la si voglia o no, i calciatori hanno una grande responsabilità nella comunicazione. Soprattutto per quanto riguarda i giovani ma non solo. Un determinato seguito porta una determinata responsabilità e se non la si vuole o non si è pronti ad averla, forse, si dovrebbe tenere un profilo strettamente privato o rimanere lontani dal mondo dei social.

Un mondo che non dimentica mai veramente nulla.