Sven-Goran Eriksson, ex tecnico della Lazio, intervistato da Il Mattino ha analizzato la lotta scudetto in Serie A. Di seguito tutte le sue dichiarazioni.
“Sono sorpreso che non ci sia la Juventus. Però devo dire che per il calcio italiano è un bene: perché pure stufa l’egemonia sempre e solo di un club. Tutto diventa noioso, adesso ha un senso vedere le partite nel week end“.
SULLA LEADERSHIP DI JUVE, MILAN E INTER: “Perché i giocatori di quelle squadre, quando indossano quelle maglie leggono quello che c’è scritto sotto: qui si vince e basta. E non possono che sposare quella storia. Lo dice la storia del vostro Paese che è complicato rompere l’egemonia delle big. In quante sono riuscite a vincere? Il Napoli di Maradona, il Verona di Bagnoli, la Sampdoria di Boskov e la Roma prima della mia Lazio e poi dopo con Capello. Non è mai stato semplice”.
SU NAPOLI-MILAN: “È presto per poter dire che si decide lo scudetto. Poi mancano ancora tre mesi di partite, ci sono le incognite legati agli infortuni, il peso del calendario, arriva il caldo. E aumentano le incertezze. Senza dimenticare che alla fine in serie A gli scudetti vengono decisi dai punti persi con le piccole e non negli scontri diretti”.
SU MARADONA: “Era un avversario stupendo. Ha avuto una vita non facile. Ai livelli di Pelé. In pochi giorni lo affrontai due volte con la Fiorentina. Nella prima era in Coppa Italia e lui passeggiava per il campo, perché non era interessato alla partita. E noi vincemmo. Poi venne da me nello spogliatoio a salutarmi: Mister, ovviamente lei sa che domenica prossima la musica sarà diversa al San Paolo. Mi fece due gol e il Napoli vinse 4-0. L’ho rivisto a Dubai l’ultima volta. Ho sempre pensato che la sua rovina siano state le amicizie sbagliate”.