Del calcio francese una squadra sicuramente indecifrabile è l’Olympique Marsiglia: quarto in Ligue1 con una partita da recuperare che lo proietta potenzialmente al secondo posto a -3 dalla vetta; ultimo a zero punti nel girone di Champions League.
La formazione guidata da Villas-Boas sembra davvero ospitare due anime: in Ligue1 è arrivata una sola sconfitta in nove gare disputate, contornata da tre pareggi e cinque vittorie. In Champions League, invece, le tre partite sono culminate con tre sconfitte che condannano allo zero in classifica. La sconfitta in campionato, peraltro, è arrivata il 17 settembre, nel recupero della prima giornata contro il Saint Étienne, squadra in crisi da diversi anni.
In Champions League l’Olympique Marsiglia si trova in un girone tutt’altro che proibitivo composto da Manchester City, Porto e Olympiacos. Escludendo la squadra di Guardiola, le previsioni a monte avrebbero dato i francesi come agevoli secondi classificati; a valle, invece, hanno perso contro tutte e tre le avversarie incassando sette gol e segnandone zero.
La cosa che sorprende è che la differenza abissale di risultati in patria e in Europa non è da imputare agli interpreti: Villas-Boas schiera tanto in Ligue1 quanto in Champions League la formazione tipo. Gli stessi uomini capaci di raccogliere 18 punti in campionato sui 27 disponibili hanno maturato zero punti sui 9 potenziali in Champions League.
Sembra, inoltre, fuori fuoco spiegarla con il fattore campo in quanto le due trasferte europee, al Pireo e a Oporto, hanno avuto luogo senza tifosi, rendendo di fatto una situazione di campo neutro.
Una possibile spiegazione, allora, va ricercata nel gioco. Anche l’ultima partita in campionato, la vittoria contro lo Strasburgo, è stata povera di contenuti tecnici e, infatti, Les Olympiens hanno superato gli alsaziani solo di misura per 1-0. Il gol è arrivato nell’unica azione pericolosa creata dalla compagine di Villas-Boas e, come ha detto il giornalista Bertrand Latour commentando a margine della gara, “Tutti si sono annoiati di fronte a questa partita“.
Il calcio dell’Olympique Marsiglia è compassato, statico, poco propositivo. Lo scarso apporto di Thauvin e Payet come esterni alti non contribuisce a creare gioco in favore di Benedetto, il centro dell’attacco. A centrocampo, poi, spesso Rogier e Sanson sono fuori posizione e lo stesso Villas-Boas li richiama ripetutamente durante il gioco. La difesa fa quel che può, con Ćaleta-Car e González privi di copertura da parte del centrocampo e Amavi e Sakai lasciati soli sulle fasce senza interdizione preventiva degli esterni alti. Eppure il mercato ha portato in maglia phocéenne profili giovani e spendibili, come Balerdi, Cuisance, Henrique, nonché l’esperienza di Nagatomo.
L’indecifrabilità della compagine di Villas-Boas fatica a inquadrarsi in un discorso di interpreti e valori individuali, ma si esprime più nella fatica di coniugare i singoli in un gioco corale efficace e dinamico. Se, da una parte, in campionato questo aspetto viene messo in ombra dai risultati, nel mondo europeo è evidente che non basta. In realtà tutto il calcio francese fatica a esprimersi al meglio nelle competizioni continentali; forse qualche lacuna rispetto al resto del calcio europeo che conta c’è.