Locatelli sogna la Champions: “Mi piacerebbe sentire quella musichetta”

Locatelli sogna la Champions: “Mi piacerebbe sentire quella musichetta”

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Un passato nel Milan, un presente nel Sassuolo ed un futuro…chissà dove. Sicuramente in Nazionale. Il centrocampista neroverde, Manuel Locatelli, classe 1998, si racconta in un’intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, tra sogni e realtà.

Sogno di tornare in una grande squadra perché ho ambizioni e mi piacerebbe giocare la Champions League. Tutto passa da quest’annata con il Sassuolo, ma voglio sentire quella musichetta e magari tornare a giocare con i tifosi intorno“.

L’inizio con il Milan era stato fantastico, forse anche troppo. Ecco perché Locatelli ha sentito la necessità di ripartire da una piazza con meno pressione. “Per raggiungere il mio livello ho dovuto fare un passo indietro, prendere la rincorsa e poi rilanciarmi. Avevo paura di affrontare le mie debolezze, incolpato sempre gli altri quando avevo anche io le mie responsabilità. Una volta capito questo ho iniziato a lavorare sulle difficoltà e sono riuscito a trovare un equilibrio. Poi fiducia ed impegno fanno il resto“.

Ora è un punto fermo del Sassuolo di Roberto De Zerbi, che sta regalando emozioni e bel gioco ai tifosi. “Il nostro credo ce l’ha inculcato il mister e si sposa totalmente con le mie caratteristiche. Tutto è finalizzato, non è un possesso palla fine a se stesso. Giocando a due riesco sia a palleggiare che a fare inserimenti, però bisogna saper fare sempre più ruoli ed interpretarli nel miglior modo possibile“.

E Locatelli ha dimostrato la sua duttilità con la maglia della Nazionale di Roberto Mancini. “L’esordio è stata la realizzazione del sogno del Manuel bambino. È stata una rivincita con me stesso. Sarò sempre grato al CT: il suo segreto sta nella serenità che riesce a trasmettere al gruppo. Se c’è quella, si lavora meglio“.

Infine, una chiosa sui difetti da migliorare. “Devo cercare di finalizzare di più, senza però farla diventare un’ossessione. L’allenamento è fondamentale in questo“.