Liverpool, la macchina terribile di Klopp si è inceppata improvvisamente
19 dicembre 2020. Poco più di un mese fa, tempi recenti. Il Liverpool rifilava 7 gol al Crystal Palace, volando in testa alla classifica con 31 punti. I Reds sfoggiavano il loro attacco straordinario, il migliore della Premier League, con 7 gol segnati in più, rispetto alle ‘seconde’ più realizzative Manchester United e Chelsea. Sembrava, ancora una volta, la conferma della pericolosità del gruppo di Jurgen Klopp, candidatosi nuovamente al ruolo di “squadra da battere”. Poi l’imponderabile, qualcosa si rompe. Nelle successive cinque partite di campionato, il Liverpool raccoglie appena tre punti, non trovando mai la vittoria e incassando due sconfitte. Oltre alla crisi di risultati, l’attacco si spegne improvvisamente: 1 gol segnato in appena 5 partite. Qualcosa di incredibile.
Klopp fa il parafulmine
Solo l’FA Cup dà sollievo ai 6 volte campioni d’Europa, dove il Liverpool sconfigge nettamente l’Aston Villa con un perentorio 4-1. La recente sconfitta contro il Burnley è il punto esclamativo sul periodo di forte crisi dei Reds. Infatti, i ragazzi di Sean Dyche, mettono fine al ciclo di imbattibilità casalinga del Liverpool, che durava da 68 partite. Jurgen Klopp, da vero leader e uomo di stazza morale, ha deviato ogni processo ai suoi giocatori, assumendosi ogni responsabilità: “Abbiamo perso ed è colpa nostra, quindi mia. Sarebbe stupido dopo una sconfitta e dopo non aver segnato per diverse partite parlare di titolo. Sarebbe veramente stupido. Il nostro problema in questo momento è nelle scelte che facciamo e sono io a indirizzarle con le informazioni che do ai giocatori. Molto dipende dalla fiducia che abbiamo nel cercare certe giocate in spazi stretti.”
Nervosismo evidente. Mancanza di fame dopo i successi?
Parole che provano a riportare serenità e, soprattutto, la convinzione che ci sia da ripartire da capo, per ricostruire la macchina terribile dei Reds. Tuttavia, il nervosismo è evidente, come testimoniato dal duro alterco dello stesso Klopp con il tecnico avversario. E mentre i critici, composti da giornalisti ed ex giocatori britannici, espongono la liste di ipotetiche cause, il Liverpool si perde su se stesso. Qualcuno ha indicato come responsabile l’assenza del pubblico, soprattutto quella Kop che, in certe serate, è stata l’uomo in più degli inglesi. Altri parlano di troppe aspettative, di problemi tattici. Ovviamente non può esserci una motivazione univoca ma, la sensazione, è che il gruppo del tecnico tedesco abbia perso la fame. Quella determinazione che, spesso, ha portato a notti trionfali, rimonte incredibili come quella col Barcellona della stagione 2018/19. Così come ha portato a 4 titoli nelle passate due stagioni, tra cui il trionfo in Champions League che mancava dal 2005. Una crisi di ambizioni come quella del Real Madrid? Saranno i prossimi risultati a dirlo, o anche solo renderlo plausibile. Intanto, i Reds sono chiamati a ritrovare se stessi, già da domani contro il Manchester United, in FA Cup.