Spalletti: “Entrare in Champions sarà la mia ossessione”
Sono tante le conferenze stampa di presentazione dei nuovi allenatori della prossima Serie A. Oltre a José Mourinho per la Roma o Alessio Dionisi del Sassuolo, tocca anche a Luciano Spalletti dire le sue prime parole come tecnico del Napoli. A Castel Volturno, dalle ore 15:00 l’ex tecnico di Inter e Roma, ha spiegato la sua visione sul futuro della squadra partenopea e si è presentato a stampa e tifosi: “Saremo a Castel Volturno 2/3 giorni per i test e le visite, oltre che per sistemare la questione del COVID con tamponi e vaccini. I sette degli Europei andranno in vacanza e torneranno per la seconda parte, a Castel di Sangro“.
Discontinuità del Napoli? “E’ una squadra forte e sono curioso di entrarci dentro il prima possibile per vedere fino in fondo quanto ne sia consapevole. Essere forte se non sai di esserlo a volte non completa quello che dovrebbe essere il tuo comportamento. Me ne renderò conto strada facendo, perché da quando mi hanno detto che sarei stato il nuovo allenatore, non gli ho mai tolto gli occhi di dosso. Mi piace, mi assomiglia, ma bisogna darci dentro“.
Cosa mi ha spinto a venire a Napoli? “Ho avuto la possibilità di stare a casa, ma per quelli come me è facile starci. Stai con la famiglia, vedi le partite, vivi in campagna. Di strada ce n’è tanta da fare, per cui avere dei piedi forti è una bella cosa. Io sono emozionato sempre, perché è un lavoro che mi piace. Ho allenato la Roma, la città del Papa e il San Pietroburgo, quella dello Zar. Ho allenato a Milano, la città della moda. Ora il Napoli: sono orgoglioso di venirci, perché qui ci ha giocato Diego Armando Maradona. E’ la città di San Gennaro, qui il calcio ed i miracoli sono la stessa cosa“.
Cosa devo dire ai tifosi? “Abbiamo solo una risposta ed una possibilità. Il calcio giocato dobbiamo per forza accostarlo ai risultati per essere credibili. Non c’è altra strada. I tifosi del Napoli quello che gli dai te lo rendono con gli interessi. Questo è un progetto importante, mi piace lo slogan ‘Sarò con te’, la canzone di battaglia di tante partite. Mi piace particolarmente, è un segnale, un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare in questi ambienti. E’ una mano che ti tende la città, una mano forte. Noi dovremo stringerla forte“.
Insigne e Di Lorenzo? “A Lorenzo ho chiesto di rimanere. Bisogna fare i complimenti anche a Giovanni, perché si può adattare ovunque. I complimenti vanno fatti anche a Mancini per la squadra che ha allestito. Sembra una squadra, non una selezione di calciatori. E’ anche visibile che molto del suo tempo ad allenare lo spende per far fare gol e per fare un calcio offensivo. La Spagna ha fatto vedere di essere nel palleggio i più bravi del mondo. Essendo noi abituati a fare quello, c’era il rischio di essere trascinato a ripeterti, a non saper fare un’altra cosa. L’Italia si è invece adattata, coprendo gli spazi difficili da colmare a viso aperto”.
Cosa chiedo a me stesso? “Non chiedo niente per me. Chiedo solo per il Napoli. Mangio una bistecca al giorno, sono qui per tentare di allenare bene questa squadra, per fare più risultati possibili per il club. E’ l’unica possibilità che ho di rimanere una persona forte per questa città, già piena di uomini che hanno lasciato il segno nella sua storia. Questa città, come nessun altra, ama i propri eroi. Noi vorremo diventare delle persone ricordate dai tifosi“.
La Serie di Totti? “Sono felice di avergli dato la possibilità di fare una fiction. Posso assicurargli che aveva anche i contenuti per farla su di lui. Mi dispiace che non abbia avuto successo ed abbia avuto delle critiche. Potevano chiamarmi, avevo tempo per fare delle scene. Ci sarà spazio anche per le cose meno importanti come questa, ora invece bisogna parlare del Napoli e dei suoi calciatori”.
La Champions? “La prima qualità è quella di avere i calciatori forti per arrivare nelle prime quattro. Arrivare in Champions sarà la mia ambizione ed ossessione. Ho letto più volte che Napoli è la città con più cittadini in giro per il mondo. Io terrei volentieri tutti i calciatori che ho a disposizione, mi basterebbe così. E’ un complimento verso tutti coloro che hanno creato questa squadra, perché effettivamente è forte. Poi sappiamo che tra contratti in scadenza, il COVID, il prossimo Napoli sarà differente da quello precedente. Noi siamo qui per questo, per tentare di costruirne uno altrettanto forte. Tutti lavoriamo per questo”.
Che mercato si può costruire? “Dobbiamo essere pronti per vedere quello che succede, abbiamo lo staff preposto per questo. Non solo noi, ma tutte le squadre di Serie A. Io con il Presidente ho parlato più volte dopo che ho firmato il contratto ed è chiaro che tra di noi ci si dice qualcosa in più. Non posso raccontarlo per il momento, ma dobbiamo lavorare in maniera corretta e seria e vista la qualità che abbiamo al di fuori della squadra, si va ad occupare tutte le caselle che una partita di calcio vuole. Ci dobbiamo mettere tutte le cose giuste nello spazio della partita”.
Quale aggettivo per definire il Napoli? “Dobbiamo mettere in campo un calcio che somiglia alla città e di cui gli sportivi ne siano orgogliosi. Mi piacerebbe una squadra ‘sfacciata’, di ‘scugnizzi’ che credano nel proprio talento e che vadano a metterlo in pratica su qualsiasi campo e contro qualsiasi avversario. Mi piacerebbe che assomigliasse a questo”.
Europa League? “E’ una competizione a cui io tengo molto. Così come alla Coppa Italia ed al Campionato, ma anche alle partite amichevoli. Tengo molto agli allenamenti, che mette un premio giornaliero, anche se piccolo. Se ti alleni bene per sette giorni, giochi la partita meglio. Si parte da lì e tengo a fare bella figura ogni volta che il Napoli entra in campo. Io rappresento la città calcisticamente parlando, senza snobbare niente“.
Crollo nell’ultima giornata? “Quando venni contattato dissi che avrei dato disponibilità partendo dall’inizio della stagione. Gattuso ha fatto un lavoro splendido, cui do’ merito. Lo conosco bene, so quelli che sono i suoi ‘credo’ calcistici. E’ passionale, ci mette sentimento. Ogni volta che ho giocato contro di lui ho visto un allenatore che sa fare il suo mestiere. Quello che è successo non lo so, in quei due risultati finali. Per arrivare lì ne hanno però vinte tante di partite, per una differenza reti si rimane fuori e si dà la colpa a quel gol non fatto. Hanno fatto delle grandi cose nel girone di ritorno”.
Qual è la base di questa squadra? “Se fossi un Presidente prenderei un allenatore che può incidere sui calciatori. Conosco bene alcuni membri dello staff del Napoli, come Giuntoli. So qual è la loro qualità, il loro percorso, se scelgono un calciatore per questo club è dura che lo sbaglino. E’ chiaro che i giocatori possano avere dei momenti di difficoltà dove non rende al massimo, ma io cercherò di trovare le motivazioni che gli permettano di far vedere tutto il suo valore. E’ un percorso giornaliero, bisogna starci insieme, fare un primo passo fatto bene per poi farne un secondo in linea, così da iniziare un lavoro”.
Emerson Palmeri? “Non posso dire se l’ho chiamato per complimentarmi con lui, ma è una cosa che è possibile che sia avvenuta“.
Osimhen? “E’ un calciatore che ha tutte le potenzialità. Attacca la profondità ed ora che c’è pressing alto già sul portiere, la linea difensiva è molto alta. Lui dentro gli spazi ha grandissime caratteristiche e qualità, poi è un calciatore che sa fare gol e si danna per la squadra. E’ uno di quelli che gli interessa coprire quegli spazi e quei metri per non lasciarli agli altri. La sua ‘roba’ se la porta a casa da sola, riferendomi a quello che deve fare. E’ un attaccante forte che abbiamo, come Mertens, Petagna. Ci vorranno un po’ tutti per arrivare fino in fondo, le distanze da colmare sono ampie”.
Il modulo? “Sarà il 4-2-3-1 la base. Le più brave hanno fatto vedere la qualità dei calciatori, sono loro che contano e fanno la differenza. Il modulo si modella con il possesso palla, perché tutte ormai vanno ad occupare le piazzole sulla linea avversaria aperte a destra e a sinistra per minare la struttura difensiva. Per quello che hanno detto le novità degli ultimi tempi, si cercherà lo spazio sulla trequarti, anche senza preoccuparsi della palla. E’ lì che si fa la differenza, in quell’andare lì e poi andare via, con sostituzione di ruoli, una rumba della ricerca delle posizioni, mantenendo l’ampiezza”.
I nostri top players? “Come detto terrei tutti i calciatori che abbiamo. Ci sono poi delle valutazioni da fare, c’è il tempo di Giuntoli per questo, ovvero il mercato”.
La cura Spalletti per ripartire? “I giocatori sono già in debito con me, tutti. Il motivo glielo racconteranno i calciatori, io non posso dirvelo”.
La città? “Ogni volta che sono venuto l’ho trovata piena di iniziative, una città emozionante. Ho anche ricevuto un premio una volta, al Castello dell’Ovo. Poi qualche volta ho avuto le possibilità di andare a trovare degli amici ad Ischia, passando per Napoli. Non sono uno adatto a viaggiare per Via Toledo di continuo, oppure in Piazza del Plebiscito. Farò una vita molto focalizzata, preferisco che in quelle strade ci sia la felicità dei napoletani”.
I contratti? “Ci fanno essere del Napoli per un numero di anni. I risultati che faremo ci possono far entrare nella storia del club per sempre. Questa è la differenza“.
La promessa che faccio al Presidente ed ai tifosi? “Che mi impegnerò al massimo e cercherò di far impegnare allo stesso modo quelli vicino a me. Con De Laurentiis mi sono trovato bene, perché dice sempre quello che pensa. Altri invece pensano a ciò che si può dire. Lui te le dice in faccia. Spero che sia un matrimonio lunghissimo, ma è chiaro che poi le cose bisogna farle bene sempre e per quanto mi riguarda ho i miei punti di vista e al Presidente glieli dico“.