L’Italia e l’Europeo dei sogni, aspettando quello vero

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Si comincia. Alle 21 la sfida tra Italia e Turchia darà il via all’Europeo. Tanta la curiosità intorno ai ragazzi di Mancini, che proveranno a riportare a Roma l’alloro continentale che manca dal lontano 1968. In attesa di vedere come si comporteranno Chiellini e compagni, riviviamo insieme alcune storiche partite degli azzurri, assemblandole in un vero e proprio torneo dei sogni secondo la formula dell’Europeo attualmente in vigore.

FASE A GIRONI, GIORNATA 1: ITALIA-TURCHIA 2-1 (11 GIUGNO 2000)

La scelta per la partita d’esordio, vista l’attualità, non poteva che ricadere sulla sfida giocata 21 anni fa esatti in Olanda, precisamente ad Arnhem. L’Italia allenata da Zoff arriva all’Europeo dopo aver perso l’ultima amichevole a Oslo contro la Norvegia. Durante la sfida con gli scandinavi, inoltre, Gigi Buffon si infortuna alla mano ed è costretto a saltare la rassegna iridata che si disputa in Belgio e Olanda. Al suo posto viene convocato Christian Abbiati e la maglia da titolare finisce sulle spalle di Francesco Toldo. Per la gara d’esordio Zoff si affida al seguente undici: Toldo; Cannavaro, Nesta, Maldini; Zambrotta, Conte, Albertini, Pessotto; Fiore; Totti, Inzaghi. L’equilibrio si rompe al 7’ del secondo tempo, quando Antonio Conte raccoglie un pallone vagante in area e lo gira in rete in acrobazia. L’Italia fallisce il raddoppio con un Inzaghi insolitamente sciupone e al 17’ la Turchia trova il pareggio con un colpo di testa di Okan, che circa un anno più tardi approderà in Italia per indossare la maglia dell’Inter. Al 24’ l’arbitro scozzese Dallas punisce con il calcio di rigore un intervento di un difensore turco ai danni di Inzaghi ed è lo stesso centravanti della Juventus a trasformare la massima punizione, riscattando così le tante occasioni fallite. Nel finale Di Livio, subentrato a Totti, segna il terzo gol su assist di Del Piero, entrato al posto di Fiore, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il punteggio resta invariato fino alla fine e così l’Italia di Zoff inizia la sua avventura nel migliore dei modi.

Italia Turchia
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FASE A GIRONI, GIORNATA 2: ITALIA-SVEZIA 1-0 (17 GIUGNO 2016)

Da Arnhem a Tolosa in un salto temporale lungo 16 anni. Antonio Conte, autore del primo gol contro la Turchia nel 2000, nel frattempo è diventato un allenatore di successo e dal 2014 siede sulla panchina della Nazionale dopo la disastrosa avventura al Mondiale brasiliano. La sua Nazionale non brilla per individualità come quella che lo ha visto protagonista da calciatore 16 anni prima. I problemi maggiori sorgono a centrocampo, dove Pirlo non c’è più e Verratti e Marchisio sono fuori causa per infortunio. Nonostante lo scetticismo, il debutto contro il più quotato Belgio è stato vincente: 2-0 firmato da Giaccherini e Pellè. Una vittoria contro la Svezia di Ibrahimovic spalancherebbe le porte degli ottavi di finale con un turno d’anticipo. Il tecnico si affida al seguente undici: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi, Giaccherini, Florenzi; Eder, Pellè. La partita è tutt’altro che spettacolare, con pochissime occasioni su entrambi i fronti. Nella ripresa Conte inserisce Thiago Motta, Sturaro e Zaza e nel finale le mosse del tecnico pagano. Al 37’ Parolo colpisce la traversa su cross di Giaccherini, mentre al 43’ una sponda di Zaza mette Eder nelle condizioni di battere il portiere avversario e di regalare agli azzurri il passaggio alla fase successiva con 90 minuti di anticipo. L’ultima gara del girone contro l’Irlanda sarà dunque totalmente ininfluente.

Italia Svezia
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FASE A GIRONI, GIORNATA 3: FRANCIA-ITALIA 0-2 (17 GIUGNO 2008)

Da una finale mondiale a una partita da dentro o fuori per superare la fase a gironi, ovvero come può cambiare il significato di una sfida tra Italia e Francia nel breve volgere di un biennio. Se a Berlino la squadra di Marcello Lippi aveva vinto il suo quarto titolo mondiale, a Zurigo la compagine guidata da Roberto Donadoni è chiamata a vincere e a sperare nel contemporaneo successo dell’Olanda contro la Romania per poter approdare ai quarti di finale. Merito, si fa per dire, dello 0-3 rimediato nella partita inaugurale contro l’Olanda e dell’1-1 in rimonta nella successiva sfida contro la Romania. Senza dimenticare che Italia e Francia, dopo il confronto berlinese, si erano sfidate per due volte nel girone di qualificazione. A Parigi vittoria transalpina per 3-1 (doppio Govou e Henry, per l’Italia gol di Gilardino), a Milano scialbo pareggio a reti bianche. Donadoni si affida al seguente undici: Buffon; Zambrotta, Panucci, Chiellini, Grosso; Gattuso, Pirlo, De Rossi; Perrotta; Cassano, Toni. La prima svolta del match arriva al 24’, quando Abidal atterra Toni in area di rigore e l’arbitro, oltre a concedere il penalty all’Italia, espelle il difensore francese. Dal dischetto Pirlo è glaciale e gli azzurri si ritrovano in vantaggio di un gol e di un uomo. Nonostante l’inferiorità numerica, la Francia vende cara la pelle e serve un prodigio di Buffon per negare a Benzema il gran gol. Poco dopo l’ora di gioco è De Rossi a chiudere i giochi con una punizione deviata in rete da un difensore francese. Nel frattempo l’Olanda, già qualificata, sbriga senza affanni la pratica Romania e così l’Italia si concede la doppia soddisfazione di passare il turno e vedere i rivali francesi salutare anzitempo la competizione.

Italia Francia
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OTTAVI DI FINALE: ITALIA-SPAGNA 2-0 (27 GIUGNO 2016)

Avevamo lasciato l’Italia di Conte qualificata agli ottavi di finale di Euro 2016 grazie al gol di Eder contro la Svezia. Il tabellone riserva agli azzurri un cliente davvero scomodo come la Spagna campione in carica e reduce anch’essa da un pessimo Mondiale in Brasile due anni prima. La rosa italiana, come detto, non brilla per individualità, ma la fase a gironi ha messo in mostra un gruppo granitico sotto la guida del suo tecnico. Conte si affida ai seguenti undici: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Florenzi, Parolo, De Rossi, Giaccherini, De Sciglio; Eder, Pellè. Gli azzurri partono con il piede piantato sull’acceleratore e sfiorano il gol al 31’ con Pellè, ma De Gea sfodera una parata sensazionale. Due minuti dopo, però, il portiere iberico deve capitolare sul tap-in di Chiellini sugli sviluppi di una punizione calciata da Eder. A inizio ripresa lo stesso Eder fallisce il gol del raddoppio tutto solo davanti a De Gea, mentre dall’altra parte Buffon sfodera due grandi interventi dicendo no a Iniesta e Piqué. A mettere in ghiaccio il passaggio ai quarti ci pensa Pellè, che al 47’ gira in rete un pallone crossato dal subentrato Darmian e deviato da un giocatore spagnolo. La panchina azzurra esplode di gioia per una qualificazione ai quarti decisamente poco preventivata alla vigilia della spedizione francese.

Italia Spagna
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QUARTI DI FINALE: ITALIA-ROMANIA 2-0 (24 GIUGNO 2000)

Da Saint-Denis a Bruxelles con un balzo temporale all’indietro di sedici anni. L’Italia di Zoff, vinta la gara inaugurale alla Turchia, ha superato il girone a punteggio pieno grazie alle successive vittorie contro Belgio (2-0 firmato Totti e Fiore) e Svezia (2-1 con reti di Di Biagio e Del Piero, nel mezzo il pari svedese firmato Larsson). Ai quarti gli azzurri incontrano la Romania, che nel girone è arrivata davanti alla Germania campione in carica e all’Inghilterra di Beckham e Shearer. Zoff si affida al seguente undici: Toldo; Iuliano, Nesta, Cannavaro; Zambrotta, Conte, Albertini, Maldini; Fiore; Totti, Inzaghi. L’obiettivo di chiudere il discorso qualificazione prima dell’intervallo viene centrato nel breve volgere di undici minuti. Al 33’ Totti riceve da Fiore e batte il portiere avversario da distanza ravvicinata, mentre al 44’ Inzaghi scatta sul filo del fuorigioco su lancio di Albertini e segna il suo secondo gol nella competizione. Nella ripresa gli azzurri amministrano il vantaggio, ma Zoff deve fare i conti con l’infortunio di Antonio Conte. Il futuro C.T., infatti, è costretto a uscire dopo un brutto fallo di Hagi e sarà costretto a saltare le rimanenti partite. Soprattutto quella di cui si parlerà nelle prossime righe.

SEMIFINALE: ITALIA-OLANDA 3-1 d.c.r. (29 GIUGNO 2000)

Il citato successo contro la Romania spalanca all’Italia di Zoff le porte della semifinale. Ad Amsterdam gli azzurri devono però vedersela con i padroni di casa dell’Olanda, che ai quarti di finale hanno regolato la Jugoslavia con un perentorio 6-1. Zoff si affida, un po’ a sorpresa, ai seguenti uomini: Toldo; Iuliano, Nesta, Cannavaro; Zambrotta, Di Biagio, Albertini, Maldini; Fiore; Del Piero, Inzaghi. La partita è un’autentica sofferenza, come testimoniano il palo colpito da Bergkamp e soprattutto il rigore concesso ai padroni di casa per una trattenuta di Nesta ai danni di Kluivert. Sul dischetto si presenta Frank De Boer, ma Toldo intuisce e il pericolo per gli azzurri è scampato. Nel frattempo, però, l’Italia resta in inferiorità numerica per la doppia ammonizione comminata a Zambrotta. Nella ripresa gli azzurri vanno nuovamente a un passo dalla capitolazione: Davids entra in area e Iuliano, suo compagno di squadra nella Juventus, lo atterra in scivolata, inducendo così l’arbitro Merk a concedere il secondo penalty agli olandesi. Stavolta sul dischetto si presenta Kluivert, che spiazza Toldo ma calcia sul palo. Ai supplementari è l’Italia a divorarsi il gol che vale la finale con Delvecchio, che si invola verso la porta ma si fa ipnotizzare da Van der Sar. Si va così ai rigori. Segna Di Biagio dopo l’errore contro la Francia di due anni prima, Toldo ipnotizza ancora De Boer, segna Pessotto, Stam calcia alle stelle, Totti trasforma con un cucchiaio divenuto leggenda, Kluivert stavolta trasforma il suo penalty, mentre Maldini si fa parare il tiro da Van der Sar. La parata di Toldo sul rigore di Bosvelt, però, spalanca agli azzurri le porte della finale di Rotterdam, dove però le sorprese saranno altre e ben più amare per Maldini e compagni.

Italia Olanda
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FINALE: ITALIA-JUGOSLAVIA 2-0 (10 GIUGNO 1968)

Sembra incredibile, ma c’è stato un tempo in cui le partite non potevano essere decise ai calci di rigore. In caso di parità al 90’ si giocavano i tempi supplementari e, in caso di ulteriore parità, la partita veniva ripetuta di lì a pochi giorni. È quello che accade nell’edizione del 1968, quando l’Italia di Ferruccio Valcareggi approda alla finale contro la Jugoslavia guidata in campo da un fuoriclasse come Dragan Dzajic, previo sorteggio nella semifinale contro l’Unione Sovietica. L’8 giugno la partita dell’Olimpico termina 1-1 grazie ai gol dello stesso Dzajic e Domenghini. Il risultato non cambia neanche dopo i supplementari e così la partita viene ripetuta sempre a Roma due giorni più tardi. Per il secondo atto Valcareggi si affida ai seguenti undici: Zoff; Salvadore; Burgnich, Guarneri, Facchetti; Domenghini, Rosato, Mazzola, De Sisti; Riva, Anastasi. Stavolta basta poco più di mezz’ora agli azzurri per chiudere i giochi e portare a casa l’alloro europeo. Al 12’ Gigi Riva raccoglie un pallone vagante in area e lo gira alle spalle del portiere avversario. Al 31’ è invece Pietro Anastasi ad andare a segno con una conclusione imparabile per l’estremo difensore jugoslavo. Per l’Italia si tratta del primo successo continentale, che arriva a 30 anni dal trionfo mondiale ottenuto in Francia.

Italia
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In questo lungo excursus abbiamo fatto un viaggio nel tempo. Da stasera la storia lascerà invece posto alla cronaca. Con l’auspicio che i colori azzurri possano regalare emozioni simili a quelle rivissute nelle righe precedenti.