La paura. L’ansia. Il dispiacere. La ricerca di colpevoli più o meno presunti. Il secondo grave infortunio subito da Nicolò Zaniolo al crociato del ginocchio destro in pochi mesi, è stato raccontato pressoché minuto per minuto dagli appassionati, non soltanto quelli di fede romanista, ma anche coloro che, a prescindere dalle rivalità di club, vedevano in lui un porto sicuro per il futuro del calcio azzurro.
Che qualcosa non andasse, d’altronde, si era capito al primo istante, con il giovane giallorosso dolorante sul terreno dello Johan Cruyff Arena.
La paura dilaga. E si cerca un appiglio a qualunque cosa, a qualunque, piccolo particolare che dia una minima speranza.
Ma la storia dello sport ci ricorda che la realtà può essere ben diversa…
Da Roma arrivano i primi rumor: è certamente una rottura del crociato. Si scatenano le prime imprecazioni, i primi abbracci virtuali al talento di Massa, i primi tweet polemici contro il fitto calendario di partite (che quest’anno è ancora più fitto del solito per motivi noti). Le parole del professor Ferretti, medico della Nazionale, nonostante qualcuno ci speri ancora, sono già una sentenza.
E infatti, stamattina, ecco la doccia fredda: è il crociato. Ovvero: almeno altri sei mesi fuori, carriera forse compromessa e anche quell’Europeo che gli era stato “salvato” dalla pandemia finisce di nuovo in discussione. L’Italia intera si stringe attorno al suo talento e ribadisce il suo disprezzo per il calendario intasato, ma davvero può essere quella l’unica spiegazione?
Nicolò Zaniolo non è il primo che si fa male due volte allo stesso crociato. E non è che tutti i calciatori, sottoposto al medesimo calendario “impazzito” post-lockdown, hanno subito lo stesso trauma del romanista. Senza considerare che alla Roma capita troppo spesso: solo casualità? Di sicuro Zaniolo è stato fin troppo sfortunato…
Non ci resta che chiudere con un Forza Nicolò!