Liga, il 2020 del Barcellona

Barcellona

(Photo by David Ramos/Getty Images)

Il 2020 è stato la peggior legge del contrappasso possibile per il Barcellona: i blaugrana, ancora incatenati nei sogni targati Guardiola, sono rimasti inermi nel guardar scorrere forse l’anno peggiore degli ultimi 15.

L’annata peggiore

La compagine catalana non ha vinto alcun trofeo e già questo forse potrebbe bastare per far capire la gravità della situazione. Il 2020 è stato l’anno in cui il Barcellona ha avuto 3 allenatori diversi: da Ernesto Valverde all’attuale Ronald Koeman, passando anche per Quique Setien. Nessuno di questi è stato capace di dare un’identità precisa al Barça, apparso come una macchina fuori serie e non più capace di produrre il calcio più bello del mondo. Attanagliato dal malumore di Messi e dai diversi duri infortuni, l’ambiente catalano è crollato sotto i colpi degli avversari, dimostrando di essere troppo vulnerabile.

Il 2020 del Barcellona è stato l’anno della tragica sconfitta per 8-2 contro il Bayern Monaco nei quarti di finale di Champions League. Nella stagione 2019/2020 i blaugrana sono arrivati secondi in campionato a -7 dal Real Madrid, sono stati eliminati ai quarti anche in Copa del Rey e hanno perso la Supercopa. Insomma, disastri su disastri per una squadra che ha chiuso la scorsa stagione tra la delusione e la rassegnazione della gente: il Barcellona non è più lo stesso, ormai tutti se ne erano accorti.

Barcellona
(Photo by Manu Fernandez/Pool via Getty Images)

Il momento del Barcellona

La sessione estiva del calciomercato non è stato sicuramente un periodo migliore per Messi e compagni. La telenovela inerente all’argentino che ha accompagnato i giorni caldi di mercato ha finito col vedere ancora il 10 all’ombra del Camp Nou, ma con il morale decisamente sotto le scarpe. Inoltre l’unico grande movimento è stato quello dello scambio Pjanic-Arthur, che già agli albori aveva lasciato parecchi addetti ai lavori dubbiosi. L‘acquisto del bosniaco si è rivelato un flop al momento, tra poche partite giocate e brutte prestazioni. Con l’arrivo di Koeman si sperava che la rotta potesse essere invertita e invece le cose sono peggiorate.

Il 4-2-3-1 dell’olandese ha spazzato via quel briciolo di equilibrio che era rimasto dai tempi di Guardiola e Luis Enrique. Geometrie completamente rivoluzionate e compattezza tecnica dimenticata. Il Barcellona non gira più, a partire dai suoi veterani: dall’infortunio di Piquè alle brutte prestazioni di Jordi Alba, dalle continue panchine di Busquets ai diversi momenti no di Leo Messi. Il tutto condito dal brutto infortunio in cui è incappato Ansu Fati, dalle prestazioni altalenanti di Greizmann e Coutinho, dalla crisi di identità tattica di De Jong e dai continui interventi horror di Lenglet. Una fine del 2020 che vede il Barcellona attualmente al quinto posto in Liga con 8 punti di distanza dall’Atletico Madrid (che ha anche una partita in meno rispetto ai catalani) e proiettato verso degli ottavi di finale di Champions League che si prospettano durissimi contro il Psg (trovato nel sorteggio dopo essere arrivati secondi nel girone di CL dopo la brutta sconfitta subita per 0-3 contro la Juventus).

Tante brutte sconfitte ma soprattutto troppa indecisione nel cosa fare, poche idee e confuse. Nel Barcellona non sembra più esserci una linea guida da seguire e la situazione pare stia definitivamente sfuggendo di mano.

Barcellona
GENE/AFP via Getty Images)

Le uniche note positive

Fortunatamente per i catalani dalla propria parte c’è sempre Leo Messi, pronto a dare una svolta e a cambiare in meglio quello che dovrebbe essere l’ultimo anno della sua carriera all’ombra del Camp Nou. Nel 2020 Messi ha raggiunto i 644 gol con la maglia blaugrana, record storico che gli ha permesso di superare i 643 gol siglati da Pelè con il Santos. Ancora una volta, seppur in un anno pessimo, Messi ha fatto la differenza in un modo o nell’altro.

Una buona notizia per il Barcellona che continua a custodire il proprio campione, ma non l’unica. Fortunatamente infatti tra le fila dei blaugrana nel 2020 è uscito fuori anche il giovanissimo Pedri. Un gioiello di classe pura e rara che ha brillato in questi primi mesi della gestione Koeman. Entrato in punta di piedi è diventato un punto fisso dei catalani, facendosi spesso preferire a Coutinho e Griezmann.

Classe 2002, Pedri è entrato già nella storia del Barcellona, quando? Servendo un assist spaziale di tacco a Messi per la sua 644esima rete con la maglia dei catalani. Una magia che per un attimo ha catapultato i tifosi del Barcellona in quell’universo parallelo dove prima vivevano, con “Mes que un club” tatuato sul cuore e con il Tiki Taka come stile di vita. Quello di Pedri è stato l’ultimo grande gesto del 2020, forse l’unico, con la speranza che possa essere uno spunto per il 2021.

Barcellona
(Photo by CESAR MANSO/AFP via Getty Images)