Introduzione, probabili formazioni e come vedere in TV la sfida tra Lecce e Napoli, in programma oggi alle 19:00 allo Stadio Giardiniero. Tutto su Calcio in Pillole.
Partita verità, e di risposte in Salento. Le formazioni di Lecce e Napoli dovranno dare dimostrazione di ripresa dopo le recenti debacle. L’ultimo incontro tra i club risale al 31 agosto scorso. Al vantaggio di Elmas – dopo impresa di Meret da rigore – il Lecce seppe rispondere con un gol da cineteca di Colombo. Sempre gol straordinari dei giallorossi contro gli azzurri. Dall’amarcord Chevanton al più recente Lapadula, in occasione dell’ultimo successo (al Maradona) dei salentini. Il febbraio del 2020, ritorno di una doppia sfida che aveva visto i partenopei vincere all’andata, in un roboante 1-4 di Ancelottiana memoria.
In totale, i precedenti tra Lecce e Napoli constano di ventitré gare in Serie A: dieci vittorie azzurre, otto i pareggi e cinque successi leccesi.
Napoli che dovrà riprendere la via del successo in Salento. La sconfitta pesantissima contro il Milan rischia di lasciare strascichi importanti. Un dominio totale dei rossoneri, con l’emblema chiaro del quattro a zero. Per questo sarà fondamentale un successo convincente all’ex Via del Mare.
La nottataccia del Maradona è costata al Napoli il titolo di miglior difesa del torneo. Le reti subite sono venti in totale (0,71 per gara), dietro una Lazio ferma a diciannove. Sintomo di una serata in cui sono poche le cose che hanno funzionato. Tonfo episodico, tuttavia, che non ha inficiato in modo significativo quel che, ormai, assurge ad essere obiettivo acquisito. Il distacco in classifica dalle inseguitrici è ampio, e conserverebbe un solido margine anche se la Juventus vedesse restituirsi i quindici punti di penalizzazione. Il primato, a 71 punti (2,54 per match), vede l’immediata inseguitrice – la Lazio – ferma a 44. Se i bianconeri dovessero conservare quanto conquistato sul campo, i partenopei godrebbero, inoltre, di dodici punti di distacco anche contro i rivali piemontesi.
Ritrovare fiducia, e consueti meccanismi di gioco, è l’obiettivo della trasferta pugliese. Se confidenza, qualità del fraseggio ed ordine difensivo sono stati oggetto di dispersione nel big match domenicale, i partenopei avranno la necessità di riacquisirne possesso. Le vivide qualità di un’orchestra, quale quella azzurra, che aveva consentito agli uomini di Luciano non soltanto di essere la migliore difesa. Ancora oggi, l’attacco napoletano conserva il primato di prolificità in Italia, con un totale di 64 reti (2,29 a partita). Tra i migliori d’Europa.
Il Napoli ha difatti faticato nelle sue classifiche linee di gioco, nella distanza tra i reparti e nella ricerca di soluzioni di manovra efficienti. L’assenza di Osimhen, in tal senso, è stata un fattore sicuramente decisivo. Il nigeriano è attaccante completo, che costringe le retroguardie a contromisure eterogenee. Per questo Simeone, nonostante possa dirsi attaccante prolifico, costituisce un ricambio ben più prevedibile. Senza il proprio nove i partenopei vedono ridursi il ventaglio di soluzioni di gioco, e facilitate le logiche di marcatura e copertura di campo delle avversarie. La presenza di Raspadori nella gara di quest’oggi potrà dunque tornare a garantire al Napoli quell’imprevedibilità mancata nella sfida contro Pioli.
Gli errori contro il Milan hanno evidenziato un calo fisico a cui Spalletti potrà ovviare quest’oggi. Una rotazione che potrebbe consentire agli azzurri di recuperare risorse importanti in vista dell’impegno europeo di San Siro. Cambi, però, da centellinare con la massima cautela. L’andata del Maradona aveva infatti condannato il maxi turnover Spallettiano, con un pareggio indigesto. Nonostante le difficoltà, i leccesi hanno già dimostrato di essere squadra da non sottovalutare, al Maradona e non solo.
Una crisi nera per il Lecce. Cinque le sconfitte consecutive. Dall’impresa del Gewiss gli uomini di Baroni non conosco vittoria. La squadra di Baroni ha collezionato insuccessi contro quelle che, come si evince a da una classifica favorevole, potevano considerarsi rivali dirette. Ciò che più di tutto sorprende del tracollo giallorosso è l’incapacità di produrre linearità ed efficacia di gioco. Una manovra che, soprattutto, ha cessato d’esser produttiva.
Nelle cinque sconfitte la casella delle reti segnate recita infatti zero. L’attacco dei salentini, d’altronde, ha sempre dovuto fare i conti con le necessità di giovani talenti. Il dato sui gol siglati, infatti, vede i leccesi piazzarsi al quartultimo posto – assieme allo Spezia – con ventiquattro reti (0,86 per match). Colombo, Banda, Cessay & Co. hanno svariato sul fronte d’attacco della squadra, garantendo un apporto numerico non particolarmente significativo ma avvalente di un efficiente sistema di gioco. A sostegno di quanto detto, e dell’efficienza di un sistema che sappia fare a meno del peso specifico, l’ultimo posto dei leccesi, in Serie A, per tiri totali (276).
La crisi dell’ultimo mese giunge ad interrompere quella che sembrava una cavalcata. Il Lecce viaggiava a gonfie vele, sorprendendo per gioco ed espressione individuale. L’eccezionale lavoro svolto da Corvino (e Baroni) ha consentito alla squadra di giovare delle prestazioni di calciatori dai più ignorati alla vigilia del nuovo campionato di A. Hjulmand, Baschirotto, Umtiti e Blin alcuni dei nomi rivelazione di un Lecce da sogno, anche in Primavera. Gli uomini di Baroni, sino alla trasferta bergamasca, si piazzavano infatti in tredicesima posizione. Il sogno Europa aleggiava sull’ottimismo (lucido) di alcuni, mentre la squadra conquistava il consenso di molti, tra critici e tifosi.
Non potranno essere, dunque, soltanto cinque gare a decretare il vero volto di un Lecce che, per ventitré giornate, ha saputo essere realtà importante del campionato. Una caduta vigorosa, certo, ma che non ha inficiato le dinamiche di classifica. Il traguardo primario della salvezza, infatti, continua ad essere ampiamente alla portata dei pugliesi. Le rivali, in tal senso, contribuiscono ad alimentare le ambizioni della compagine leccese, faticando (a dir poco) a raggiungere punti utili alla causa. Il Lecce è dunque in sedicesima posizione, a quota 27 (0,96 a partita) ed a ben otto lunghezze dal terzultimo posto.
La crisi recente non ha, inoltre, intaccato quelle che sono le certezze. La difesa è sempre stato motivo di forza e vanto degli uomini di Baroni. Unica squadra a non aver mai subito tre reti in una gara, il Lecce gode dell’ottava miglior difesa del campionato, con 33 reti subite (1,18 per gara).
Lecce: Falcone; Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Gallo; Gonzalez, Hjulmand, Maleh; Strefezza, Di Francesco, Ceesay. Allenatore: Marco Baroni.
Napoli: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Elmas; Lozano, Kvaratskhelia, Raspadori. Allenatore: Luciano Spalletti.
Il match sarà visibile in streaming sulla piattaforma Dazn, con telecronaca di Ricky Buscaglia e Dario Marcolin. Sarà inoltre possibile assistere alla partita, in caso di abbonamento congiunto, sul canale 214 ‘Zona Dazn’ di Sky.