Lecce, Gotti conferenza: “Mancano dieci gare, bisogna stare calmi. Su D’Aversa…”
Oggi si tiene la conferenza stampa di presentazione di Luca Gotti, nuovo allenatore del Lecce. Per l’ex Udinese nuova avventura in Serie A, dopo l’ultima esperienza allo Spezia. Presenti anche i dirigenti Corvino e Trinchera.
Oggi mercoledì 13 marzo si tiene la conferenza stampa di presentazione di Luca Gotti, nuovo allenatore del Lecce. Il tecnico di origini venete abbraccia la causa dei giallorossi, fino al termine della stagione con rinnovo in caso di raggiungimento della salvezza. Il neo tecnico dei giallorossi è chiamato a risollevare un ambiente scarico e troppo spento nelle ultime settimane. Presenti accanto a lui anche i direttori Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera.
Lecce, Gotti in conferenza stampa di presentazione
L’intervento del Direttore Corvino
“Non credevamo di affrontare una situazione del genere. I fatti accaduti domenica hanno spinto la società a prendere decisioni inaspettate. Questo ha portato a dei problemi da risolvere: trovare il sostituto di D’Aversa. Per noi non è facile cercare di fare il meglio davanti a situazioni complicate. Ci teniamo a ringraziare Roberto D’Aversa per impegno, lavoro, per aver cercato di dimostrare di essere all’altezza del compito affidato. Grazie da parte nostra. Gotti lo conosco da un po’ di anni. Se accetta la sfida, ce la facciamo e lui l’ha accettata. Perché crede nella squadra, in un territorio dove c’è una passione smisurata. Noi non siamo all’altezza della passione dei nostri tifosi. Noi facciamo con quello che possiamo. Nel mercato di gennaio si è fatto il possibile“.
“La cultura delle cadute è importante. Se si impara a cadere, ci si può rialzare. Io non sono un ipocrita, dico e faccio in base a quel che posso. Quello che è successo domenica mi ha colpito molto. Perché conosco Roberto D’Aversa da 25 anni e non è una persona violenta, assolutamente. Lui è un serio professionista, mi ha sempre anticipato sul luogo di lavoro. Oggi io e Stefano vi presentiamo Luca Gotti, il meglio che volevamo scegliere. Zero colloqui con nessun altro. Abbiamo contattato solo lui, e non Luca non ha avuto esitazioni“.
Luca Gotti si presenta: sulla sfida Lecce
“Penso che la lotta salvezza quest’anno sia avvincente. Ogni settimana c’è un grande alternarsi. Quando ci sei dentro, le cose le vedi in modo diverso. Il 2023 per me è stato un anno difficile. Ho avuto due operazioni, con 7-8 mesi di stampelle. Ero sotto contratto, quindi verosimilmente potevo attendere fino al termine della stagione. La telefonata di Pantaleo l’ho accolta benissimo per vari motivi. Non per scelta economica, ma per il progetto e una squadra fatta di tanti giovani. Un altro fattore è l’aspettativa di questo territorio nei confronti del club. Questa cornice era indispensabile per comprendere i miei perché. Adesso c’è l’aspetto del campo. L’obiettivo salvezza sarà una grande sfida. Saranno 10 partite importanti, a partire dalla trasferta di Salerno. Questo è anche il bello dello sport“.
Sullo spirito per la nuova avventura
“Ho avuto due anni al Sud con la Reggina di Mazzarri, dov’ero sulla carta il secondo. Per me questa è una prima volta, intesa come ultime 10 partite. Le cose vanno ponderate in maniera diversa. L’approccio e l’attitudine non possono essere gli stessi di un inizio stagione. La cosa importante credo che sia cercare di non fare danni. Sulle vicende per il contratto, io ho detto ‘Pantaleo, non avere troppi pensieri sul contratto. Vediamo queste 10 partite e poi vedremo’. Lui però si è molto preoccupato da questo punto di vista, volendomi dare forza“.
Sul primo approccio con la squadra e sul modulo
“Ho pensato molto alle cose di campo. Ho trovato un gruppo elettrico, non spento. Le ultime vicende come Verona hanno scosso i ragazzi. Io ho trovato questa mattina una squadra viva, attiva. Non ho ancora parlato con ognuno di loro, ma li ho visti bene. La difesa a tre è stata una componente che mi ha accompagnato per la mia esperienza in Serie A, ma per contingenze. Qui mancano 10 partite, non sono qui per inventare qualcosa. Metterò mano sulle cose dove non è andata bene. In passato ho giocato tantissime volte con la difesa a 4“.
Sul centrocampo
“Cerco di non avere preconcetti. Un allenatore deve cercare di capire le relazioni tra i giocatori in campo, le famose catene di gioco. L’allenatore deve respirare questo. Stiamo andando verso il calcio moderno. Ci sono sempre meno 11 titolari, uno è titolare anche del proprio minuto giocato“.
Sul momento della squadra
“Se fossi alle prime armi, entrerei a gamba tesa. La realtà è un’altra: bisogna stare calmi. C’è l’orizzonte di 10 partite, non c’è altro. Chi sta più calmo in queste 10 partite probabilmente arriva più in fondo. Una delle cose da fare è non guardare gli altri, sono troppi. La salvezza è diversa rispetto all’anno scorso. L’importante è non perdere la testa“.
Sui giovani in rosa
“Ci sono alcuni giocatori che si conoscono da tempo, ci sono buoni giocatori. Altri di grande prospettiva, come quelli provenienti dalla Primavera. Per un allenatore come me è bellissimo questo. Per questi giocatori, queste 10 partite sono un’esperienza fantastica“.
Sulla rosa
“Sono venuto in macchina dal mio Veneto, e ho iniziato a guardare le ultime partite. Una cosa che mi ha colpito molto è che dall’inizio del campionato il Lecce sia stato sempre sopra la linea della retrocessione. Ma soprattutto, mi sembra che la squadra sia mancata pochissimo per atteggiamento. A La Spezia c’erano 19 nazionalità diverse. Queste cose aiutano a formarti come allenatore“.
Sui problemi del Lecce
“C’è un fatto. Ci sono 10 partite da fare, è un mini torneo dopo abbiamo un vantaggio di un punto su tre squadre. Affronteremo questo cercando di essere padroni del nostro destino. Sulle palle inattive il Lecce è ventesimo. C’è da considerare anche la struttura della squadra: i nostri laterali sono brevilinei. Il Lecce regala chili e centimetri alle altre. Ecco perché cercheremo di lavorare sull’aspetto strategico“.
Sul proprio ruolo
“Da oggi ho ricevuto l’incarico di allenatore del Lecce: è diverso dal tenere una lezione universitaria. La Serie A è impegnativa: impone personalità e scelte, anche impopolari“.
Intervento finale su D’Aversa
“Conosco bene Roberto. Oltre ad essere un ragazzo di personalità, è un ragazzo con cervello. Quello che è capitato domenica non sta a me giudicarlo, però credo sia stato frutto di frustrazione. Lo conosco da tanti anni, sono testimone di una persona seria“.