L’amata Roma e il sogno Scudetto: addio Gigi Proietti
Nella notte in cui compiva 80 anni tondi tondi, si è spento Gigi Proietti. Un attore, un comico. Anzi. Un tuttofare che ci ha regalato perle incredibili nel corso degli anni. Sì, tuttofare. Gigi Proietti, infatti, non era solo un attore o un comico. No, lui era anche doppiatore, cabarettista, regista, conduttore televisivo, cantante, direttore artistico e, perfino, insegnante.
Insomma, sapeva fare qualsiasi cosa. Tutti, però, lo ricordiamo, soprattutto, per due film: i due ‘Febbre da cavallo’. Due pellicole che hanno fatto ridere intere generazioni. D’altronde le risate non sono mai mancate con Gigi che, però, prima di tutto, era un normale tifoso della Roma.
Forse, normale non è proprio il termine adatto a pensarci bene. D’altronde, Proietti seguiva tutte le partite della sua amata Roma allo stadio, spostava, addirittura, le prove e, se non poteva proprio rimandarle, si dice che portasse una tv in sala. “Scusatemi, ma c’è la Magica” la sua giustificazione. Anche nel tifo riusciva a non essere normale, bensì unico.
Un tifo, una passione, un amore smisurato verso la Roma che l’ha portato inevitabilmente a legarsi a vari protagonisti giallorossi come Francesco Totti, per cui nutriva una profonda ammirazione e con cui era nata una bella amicizia. Il legame più forte, però, era con il presidente Franco Sensi che gli diede il titolo di ‘cavaliere della Roma’ e con cui festeggiò lo Scudetto del 2001 stringendolo forte in un caldo abbraccio. Un abbraccio non tra un attore e il presidente. No, ma tra due grandi tifosi della Roma.
Lo Scudetto, ecco. Giusto poco tempo fa, Gigi aveva espresso il suo ultimo desiderio da tifoso: il quarto Scudetto. Un sogno che, purtroppo, resterà tale. Un traguardo che, di questi tempi, tuttavia, non avrebbe potuto nemmeno celebrare nel suo amato stadio.
Stadio che non fu solo il luogo da lui frequentato assiduamente, ma anche uno dei palcoscenici scelti per una delle sue mitiche barzellette. Una barzelletta che vogliamo citare per dirgli addio con il sorriso. Quello stesso sorriso che ci ha regalato lui per anni.
Un tifoso va allo stadio per vedere la partita della Roma. C’era il tutto esaurito. Questo tifoso non aveva il posto e, ad un certo punto, ne vede uno e chiede al signore seduto a fianco:
Tifoso: “Scusi, è libero quel posto?”
Signore seduto: “Sì sì, è libero, è libero. Venga. Adesso è libero”.
Il signore singhiozza, piange e continua: “Venivo sempre con mia moglie, avevamo l’abbonamento. Questo era il posto suo, qui vicino a me”.
Tifoso: “Non faccia così, su”.
Signore: “Un dolore… Adesso lei non c’è più”.
Tifoso: “Eh, la capisco”.
Signore: “Quando la Roma segnava, ci abbracciavamo. Quando la Roma pijava un gol, eravamo tristi. Ora lei non c’è più e io vengo da solo”.
Tifoso: “Beh, può venire con un altro parente, un suo amico”.
Signore: “‘Tacci loro, stanno tutti al funerale…”