Questa notte le luci del San Paolo resteranno accese per accompagnare Diego Armando Maradona nel suo ultimo viaggio. Proprio all’interno della cornice dei gradoni dello stadio partenopeo, El Pibe de Oro ha costruito, a forza di giocate spettacolari e gol da antologia, la propria mitologia, fino ad innalzarsi dalla figura del campione a quella di Dio del calcio.
Il calcio è del popolo, e lo stadio è il luogo dove quel popolo porta tutto il suo essere; dove si difende non solo la maglia ma l’essenza stessa di una città e dei suoi quartieri. Maradona è stato adottato da Napoli, fino ad arrivare a incarnarne i pregi e le contraddizioni più aspre.
Per questo motivo, la reazione naturale a quanto successo questa sera non può che essere la richiesta a gran voce che la casa del Napoli venga intitolata a colui che, più di tutti, ha portato in alto i colori azzurri e il nome della città campana.
In questo senso, qualcosa si è già mosso. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, attraverso il suo profilo Twitter ha scritto: “Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona!!!“. Il presidente Aurelio De Laurentiis, intervenuto ai microfoni di RMC Sport ha detto: “Prenderemo in considerazione l’idea di chiamare il nostro stadio San Paolo-Diego Armando Maradona“. A confermare che l’intenzione si è già trasformata in qualcosa di più concreto è Ciro Borriello, assessore allo sport della città di Napoli, intervenuto a Radio Sportiva: “Abbiamo acceso le luci del San Paolo per omaggiare Maradona. Da domani inizieremo le pratiche per intitolargli lo stadio immediatamente“.
Lo stadio rappresenta una cattedrale laica, dove sacro e profano si confondono in un misto di emozioni, urla e colori, dove ogni domenica si celebra una funzione che è in grado di fermare una città e catalizzare ogni attenzione. Oggi è morto il Dio del calcio, che il suo nome risuoni ogni volta che il Napoli scenderà in campo nella sua città.