Non è un’utopia se diciamo che Lazio-Verona è il big match di questa 11a giornata di Serie A: i biancocelesti si trovano attualmente al settimo posto con 17 punti in classifica, appena uno in più proprio degli scaligeri.
Insomma, parliamo di un vero e proprio scontro diretto. Stasera, all’ombra dell’Olimpico, alle 20.45, andrà in scena un match combattuto ed equilibrato tra due squadre che giocano con un sistema di gioco simile ma che alla base hanno concetti abbastanza diversi.
Il Verona ha fatto della difesa il suo punto di forza e lo dimostrano anche i numeri (8 gol subiti in 10 partite). La fase offensiva lascia a desiderare sotto certi aspetti ma 13 gol non sono assolutamente pochi. La Lazio, di appena una posizione sopra, ne ha segnati giusto 3 in più ma “vanta” anche 17 gol subiti, addirittura 9 in più di quelli presi dalla compagine di Ivan Juric.
I numeri delle due squadre dunque sono abbastanza diversi, così come i concetti alla base delle idee di Simone Inzaghi ed Ivan Juric. Entrambi gli allenatori schierano i propri team con una linea difensiva a 3 e due esterni a centrocampo ma la prima differenza sostanziale sta proprio nell’utilizzo del terzo difensore in fase di possesso.
Nel caso della squadra di Juric, il terzo centrale (quest’anno spesso interpretato da Ceccherini a destra e Dimarco a sinistra) si stacca e accompagna in maniera concreta la manovra offensiva, una delle caratteristiche principali anche dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini. Nella Lazio ciò non accade e molto dipende anche dalla mediana: mentre nel Verona c’è la copertura necessaria, fornita da Tameze e Veloso, per permettere al terzo centrale di salire, nella Lazio ci sono due come Milinkovic Savic e Luis Alberto a centrocampo, più dediti alla fase offensiva, seppur in maniera totalmente diversa. Per questo motivo diventa fondamentale la figura di Lucas Leiva, soprattutto in fase di possesso.
Come detto la Lazio si schiera con il noto 3-5-2 che in fase di possesso diventa una sorta di 2-3-5 con gli esterni che si spostano praticamente sulla linea degli attaccanti e con uno tra Savic e Luis Alberto che a turno si stacca per supportare la manovra offensiva. Ampiezza e profondità sono alla base del concetto proposto dal tecnico e gli esterni e la punta sono fondamentali per far sì che ciò avvenga nel modo corretto.
In fase di possesso, due dei tre difensori sono impegnati nelle marcature preventive e lo scettro del possesso passa quasi sempre dai piedi di Acerbi che passa per Lucas Leiva e Luis Alberto. L’azione parte dunque dal basso quasi sempre, con i quinti di centrocampo alti: Lucas Leiva e spesso Luis Alberto si avvicinano alla difesa per giocare il pallone, superando il primo pressing avversario e andando a sviluppare l’azione. L’idea di fondo consiste nell’attrarre l’avversario verso il centro del gioco al fine di cercare in profondità le punte ed in particolar modo i tagli di Milinkovic-Savic. Tanti sono i gol fatti da Immobile in questo modo: il 17 biancoceleste è uno dei migliori nello scattare in profondità e giocando in verticale si esalta, e l’ha dimostrato in questi anni partita dopo partita.
Anche nel Verona l’azione parte dal basso, in particolare già dal portiere Silvestri che si appoggia in maniera immediata ad uno dei tre centrali. Spesso è il terzo centrale che a sua volta innesca subito l’esterno presente sulla sua fascia: in tal caso i due esterni sia aprono tanto garantendo l’ampiezza richiesta anche nella Lazio. I due esterni scaligeri diventano poi ovviamente fondamentali per lo sviluppo dell’azione: nello svolgimento entrambi gli esterni saranno sempre affiancati dal terzo centrale presente sulla propria fascia.
Così facendo l’esterno destro (Faraoni di solito) avrà ben 4 alternative per scaricare il pallone: prima punta, due seconde punte e il terzo centrale. A tutto ciò c’è però anche un’alternativa e si materializza con la figura di Miguel Veloso: quando gli esterni risultano marcati in maniera asfissiante, il portoghese si abbassa quasi sulla linea dei centrali per ricevere subito palla e far partire l’azione in maniera veloce, scaricando su uno dei due trequartisti (Zaccagni o Barak). Non da scartare poi, come ultima spiaggia, il lancio lungo per una punta fisica (molto più utilizzata in questa stagione) che difensa palla per la sovrapposizione dei trequartisti o degli esterni.
Passiamo poi alla fase di non possesso: in casa Lazio si passa ad una sorta di 5-3-1-1 con l’arretramento dei due esterni che, come avete capito, sono fondamentali nello scacchiere di Simone Inzaghi. Appena il pallone viene perso la prima difesa è il pressing che avviene tramite la seconda punta, uno dei due interni di centrocampo e uno dei due esterni.
Una sorta di gabbia blocca la manovra offensiva della squadra avversaria, costretta a tentare di superare arrivare nella metà campo biancoceleste in altro modo.
Per il Verona la situazione è leggermente diversa e si basa su quello che dovrebbe essere quasi un 3-2-5. Come visto anche nella Lazio, si adotta il pressing, in questo caso però in maniera altamente aggressiva: gli esterni non si alzano a turno ma sono entrambi alti in modo da bloccare lo sviluppo dell’azione avversaria sulle fasce, andando dunque a prendere i terzini della compagine che sta attaccando. Uno dei due trequartisti marca a uomo il regista mentre l’altro fantasista va a marcare i centrali difensivi assieme all’attaccante per evitare di rendere semplice la costruzione dal basso. In tal modo gli avversari vengono praticamente costretti a trovare sempre modi alternativi per superare il pressing avversario: o giocando comunque la palla (rischiando di perderla) o andando con un lancio lungo, facilmente intercettatile dai tre centrali e dai due mediani che si abbassano quasi sulla linea dei difensori.
Insomma, come avete potuto notare, i concetti alla base dei due allenatori sono molto diversi seppur ci siano anche diverse cose in comune: su tutte l’utilizzo maniacale degli esterni, il pressing e l’importanza della coralità, della compattezza e di come sia fondamentale che tutti facciano la propria parte in maniera impeccabile. Di conseguenza stasera non ci aspettiamo una partita spettacolare all’insegna dei gol, ma senza dubbio (tatticamente) ci sarà da divertirsi.