Igli Tare, intervistato da Il Messaggero, è tornato sull’addio alla Lazio, ufficializzato nella giornata di ieri. Le sue dichiarazioni.
“Ho un legame enorme con questo club che ho dimostrato con i fatti, rifiutando negli anni Milan, Napoli ed Eintracht. Avrei guadagnato dieci volte di più, ma sono sempre rimasto per la grande riconoscenza che avevo per un presidente che mi ha dato fiducia in un certo momento. Gli sono sempre rimasto fedele, ma ora devo fare il professionista, non ho intenzione di sbattere la testa contro un muro. Io l’ho portato alla Lazio e l’ho supportato per il rinnovo sino al 2025. Mi aveva chiesto aiuto per fare un progetto, poi non so cosa sia successo. Noi non abbiamo mai litigato. Quando Sarri è arrivato ha fatto alla squadra il discorso migliore che avessi mai sentito nella mia carriera alla Lazio. Glli ho stretto la mano e gli ho detto finalmente abbiamo un tecnico che dice le cose in questo modo. Ogni acquisto fatto quest’anno era stato concordato prima con il mister. Cancellieri era convinto sarebbe diventato un top, ma non l’ha mai fatto giocare. Ilic sarebbe arrivato solo in caso di cessione di Luis Alberto, per il quale il Siviglia si è tirato fuori all’ultimo. Per Maximiano è arrivato l’ok di Grigioni. Io invece stavo trattando Vicario. Sarri era soddisfatto di Romagnoli e Gila, poi il presidente ha preso anche Casale per farlo contento. Il primo anno dovevano arrivare 6 giocatori e ne sono arrivati 7-8, il secondo 5 e ne sono arrivati di più, in totale 16 in un biennio. Dovevamo svecchiare la rosa, ottenere i risultati sportivi e io ho piazzato 14 giocatori in uscita a gennaio”.