Lazio, serve una scossa, in campo e dalla panchina
Alla Lazio serve una scossa. Quella vista ieri, che ha perso meritatamente contro il Bologna, è stata una delle versioni peggiori in stagione. Stanca, fisicamente e mentalmente, dopo la sconfitta e la fatica di Champions, ha messo in campo una prestazione disordinata, sotto ritmo e nervosa. Per qualcuno, c’è la necessità evidente di tirare il fiato. A partire da Immobile, fiacco anche dal dischetto: un errore pesantissimo nell’economia della partita, ma anche un campanello d’allarme per Simone Inzaghi. Il bomber di Torre Annunziata ha tirato la carretta sin qui, giocando sempre, anche quando non stava al meglio. Adesso, ci vuole il coraggio di farlo riposare e dare spazio a Caicedo e Muriqi: l’ecuadoriano si è sempre fatto trovare pronto, l’acquisto più caro del mercato laziale, invece, ha ancora tutto da dimostrare. Ma è difficile farlo senza giocare.
L’altro reparto che ha bisogno di una scossa, bella grossa, è il centrocampo. Luis Alberto e Milnkovic-Savic non possono giocare ogni partita al massimo, e Lucas Leiva è in evidente difficoltà, specie quando gli avversari alzano i ritmi. A inizio stagione, Akpa-Akpro ed Escalante hanno dato una bella mano in mezzo alla tempesta incrociata di infortuni e Covid-19. Forse sarebbe il caso di tornarci a puntare, specie in partite come quella di ieri, dopo la pesante sconfitta contro il Bayern Monaco. Le seconde linee della Lazio sono esattamente quelle che hanno tenuto a galla la squadra a inizio stagione. Difficile immaginare che, per Simone Inzaghi, non valgano un Bologna-Lazio. Giocatori come Parolo e Cataldi, per esperienza e qualità, certe partite possono e devono giocarle dal primo minuto, sganciando casomai i titolari nell’ultima mezz’ora.
Un discorso che non vale e non può valere per la difesa, dove gli uomini sono contati e quelli a disposizione, nell’uno contro uno, pagano costantemente dazio. Quello che negli schemi di Inzaghi è un rischio calcolato, nelle ultime partite, contro Inter, Bayern e Bologna, è diventato un bagno di sangue in termini di gol subiti. Specie senza il contraltare delle reti segnate, anche perché Correa, a tratti divino, non ha ancora superato la sua cronica timidezza sotto porta. Ed è difficile che la scossa arrivi all’improvviso. Così come un cambio tattico che, nella testa di Inzaghi, non sembra albergare, a prescindere dagli uomini a disposizione e dagli avversari che si affrontano.
Sì, la Lazio ha davvero bisogno di una scossa, perché questo è un campionato particolare, in cui tutto può accadere. Anche di trovarsi, a poche giornate dalla fine, ancora aggrappati al treno per la Champions, a patto però di non concedersi troppi blackout. E se contro l’Inter è stata una sconfitta che, tutto sommato, si poteva mettere in preventivo, quella di ieri è stata una resa su tutta la linea. Ma che non deve, in alcun modo, mettere in discussione le certezze di una squadra che viene da 7 vittorie nelle ultime 9 giornate di Serie A. Solo, semmai, trovare una soluzione critica, originale e costruttiva alle difficoltà. Superando per un momento le antiche certezze e costruendone di nuove, magari attingendo ad una panchina su cui siedono decine di milioni di euro di cartellini.