Quello appena trascorso, per i tifosi laziali, è stato un weekend ricco di tensioni, speranze e qualche paura, in attesa della fumata bianca definitiva. Maurizio Sarri non è mai stato così vicino, e in effetti non si è mai allontanato. Tutto, in sostanza, procede nei modi e nei tempi attesi, sperando in un lieto fine che certo non sarebbe potuto arrivare negli ultimi due giorni. Il contratto è pronto, le cifre sono quelle filtrate nei giorni scorsi: biennale da 3,3 milioni di euro più bonus e opzione per il terzo anno. L’ultimo ostacolo, come raccontato ieri sera da Alfredo Pedullà, che la trattativa Sarri-Lazio l’ha seguita dal principio, è la quadra sullo staff.
Il famoso ultimo miglio, di una trattativa che, in realtà, non è durata così tanto. Tra l’addio improvviso di Simone Inzaghi e l’offerta di Lotito a Ramadani è passata appena una settimana, tempi assolutamente normali per portare in biancoceleste Sarri. Un allenatore che, nelle intenzioni della dirigenza biancoceleste, dovrà far fare un ulteriore salto di qualità alla Lazio. Mai, nei suoi 17 anni di presidenza, Lotito si era spinto così in alto, né in termini di nome né in termini di ingaggio. Un segnale importante, cui dovrà seguire un mercato all’altezza. Non tanto negli investimenti, quanto nei nomi e nei ruoli giusti, che possano permettere a Sarri di plasmare la Lazio delle prossime stagioni.
La fibrillazione, fino alla firma, è destinata a montare sui social, come abbiamo visto in questi ultimi giorni. Dove basta un tweet, un post su Instagram o una parola azzardata in radio per gettare nello sconforto una tifoseria che, dopo l’addio di Simone Inzaghi e il voltafaccia, un anno fa, di David Silva, aspetta dal club una risposta forte. Speranza legittima, per una piazza che ha ritrovato la Champions League dopo 13 anni, e che non ha alcuna intenzione di aspettarne altrettanti per certi palcoscenici. Sarri, in questo senso, è l’uomo giusto per riportare entusiasmo, specie nella stagione che riporterà, finalmente, i tifosi allo stadio.