È tornata la Lazio. O meglio dire: è tornata la Lazio pre-lockdown. Erano in molti a chiederselo, i suoi tifosi in primis. Dov’era finita quella squadra straordinaria, capace di sconfiggere la Juventus in campionato ed in Supercoppa Italiana? Quella squadra che ha fatto sognare il tricolore. Dopo la ripresa dei campionati, tra veleni, infortuni e problemi strutturali, la Lazio si era persa, lasciando un profondo rammarico non solo ai suoi supporter. Perché, a primo impatto, la domanda più gettonata era: “Dove poteva arrivare?”. Se lo chiedono, senz’altro, anche Simone Inzaghi e il presidente Claudio Lotito, patron della Lazio.
Quest’avvio di stagione, malauguratamente, era iniziato sui cocci della scorsa annata che, seppur contraddistinta dallo storico ritorno in Champions League, aveva lasciato l’amaro in bocca perché, esulando dai meri risultati, dava l’impressione di non aver portato davvero quello che si poteva ottenere. 2 sconfitte nelle prime 5 partite di Serie A. Una lieve ripresa poi di nuovo il blackout, con cadute dolorose come contro Udinese, Verona e Milan.
Proprio la sconfitta contro i rossoneri, stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, è stata il punto di una nuova ripartenza. Gli uomini dell’ex Pioli andarono in vantaggio per 2-0, poi una Lazio coriacea, dinamica e altezzosa riuscì a riprendere la capolista, per poi cadere a pochi minuti dalla fine. È lì che qualcosa si è smosso nell’animo dei biancocelesti. Al termine di Lazio-Napoli, prese la parola Luis Alberto negli spogliatoi affermando: “Siamo forti, dimostriamo il nostro valore e io tornerò quello di prima”.
Poi il doloroso k.o. contro i rossoneri e, come raccontato da Simone Inzaghi, dopo Lazio-Cagliari, il confronto con i giocatori. Il patto, tra uomini, non solo calciatori. Tra combattenti che non vogliono mollare la spugna: “Ci siamo guardati in faccia”. A volte basta questo, per trovare nei compagni e nel proprio condottiero, la forza di risalire. E ora, la Lazio vuole risalire davvero, senza più fermarsi.